Io ho la fortuna di annoverare tra i miei amici anche dei laureati in ingegneria e fisica nucleare, alcuni lavorano all'estero per ovvi motivi, e la cosa mi ha sempre interessato, indi per cui ritengo di avere una buona conoscenza tecnica della cosa.
Per quanto riguarda il nucleare in se sono favorevole, è una fonte energetica con una resa enorme rispetto ai costi di produzione ed è molto più pulita e sicura delle altre, proprio perché se dovesse succedere qualcosa è molto più pericolosa, e quindi più controllata ed evoluta nei suoi sistemi di sicurezza.
Certo, in caso di grave danno, la contaminazione nucleare è infinitamente più pericolosa di ogni altro tipo di inquinamento, ma le probabilità che accada un incidente capace di causare un danno tanto grave sono minime e remote.
Il caso di Fukushima ad esempio è una combinazione di cataclismi naturali imprevedibili la cui intensità e violenza hanno superato ogni limite ipotizzabile dall'uomo (infatti la centrale e le misure anti-tsunami erano preparate a reggere eventi di livello superiore al sisma ed allo tsunami più devastanti mai capitati al Giappone prima del 11 marzo 2011, nessuno poteva prevedere un evento di livello ancora superiore...ed in ogni caso la centrale ha retto benissimo, pur essendo un impianto di generazione II risalente agli anni '70);
Il caso Chernobyl nemmeno si pone a paragone, il reattore era un reattore militare, quindi "a cielo scoperto" per l'estrazione facile del plutonio bellico (il reattore non era sigillato quindi), ed il disastro capitò durante un test in cui tutte le misure di sicurezza erano state disattivate manualmente. Senza poi contare che reattori di questo tipo (I generazione) erano reattori "attivi", ovvero in caso di problema la reazione a catena aumentava a meno che non si intervenisse con i sistemi di sicurezza, mentre nelle generazioni successive i reattori sono "passivi", ovvero il reattore e la reazione rimangono in attività solo con il continuo contributo umano, se lasciato a se stesso il reattore si auto-spegne, e ciò non è dovuto a sistemi di sicurezza attiva alimentati da energia o comandati dall'uomo, ma a semplicissime leggi della fisica.
Quelle che si vorrebbero costruire in italia sono centrali di generazione III+, quindi molto più sicuri di quelli che compongono il 99% del panorama nucleare mondiale (II generazione risalenti agli anni '70-'80 principalmente) e con l'importante caratteristica di avere una resa energetica notevolmente superiore ed una produzione di scorie minore e con minori tempi di dimezzamento, visto che, tra l'altro, alcuni di questi tipi di generatore possono usare come combustibile le scorie inutilizzabili dei vecchi reattori, eliminando una parte significativa delle scorie esistenti.
Per quanto riguarda il rischio sismico paventato da Estel, c'è da dire che sono scientificamente improbabili (ma non impossibili) sismi dell'intensità capitata lo scorso marzo in Giappone, ed ancor meno probabili sono gli tsunami, visto che il Mediterraneo non è il Pacifico, ma in ogni caso torno a sottolineare che anche un sisma di magnitudo di 9.2 come quello nipponico NON ha danneggiato la centrale ed il reattore, che hanno retto alla perfezione, i problemi occorsi sono stati dovuti ai danni collaterali causati dallo tsunami (distruzione dei generatori ausiliari e della rete elettrica di emergenza, allagamento dei locali ospitanti le pompe di raffreddamento).
Detto questo, arriviamo al caso specifico.
Allo stato attuale della ricerca, ritengo che nel periodo che intercorrerebbe tra lo studio, la progettazione e la realizzazione delle centrali di generazione III+, sarebbero già disponibili probabilmente le centrali di generazione IV, che sono completamente diverse da quelle delle generazioni precedenti ed ancora, notevolmente, più sicure e pulite di quelle di generazione III+.
Varrebbe la pena aspettare? Si e no. Nel senso che varrebbe la pena aspettare le centrali di generazione IV, ma per i problemi italiani di autonomia energetica quelle di generazione III e III+ dovevano essere stati costruiti 20 anni fa, e quelle di generazione II prima, questo avrebbe dato al paese non solo una maggior autonomia energetica, ma sopratutto un know-how sul nucleare decente. E' un treno perso di gravissima importanza economica e scientifica, ed è stato perso con il referendum dell'87, anche quello votato basandosi sulla paura e non sul raziocinio e l'informazione scientifica, identico discorso lo si sta facendo oggi dopo Fukushima, gli italiani sono stati aizzati sull'onda emotiva del terrore atomico scatenato dall'evento nipponico, ma NESSUNO si è degnato, né tra gli abolizionisti né tra i favorevoli, di fare delle campagne SERIE nelle quali PROFESSIONISTI DEL SETTORE spiegassero magari a reti unificate ed in prima serata, tutti i pro ed i contro SCIENTIFICI E TECNICI di politiche energetiche basate sul nucleare e possibili alternative rinnovabili, con OBIETTIVITÀ e SENZA STRUMENTALIZZAZIONE POLITICA.
Ma si sa, questa è l'italia.
Passiamo dunque alla domanda fondamentale. Ritengo io, alla luce di ciò, che l'italia possa e debba aprirsi al nucleare?
NO.
Perché?
Per il semplice fatto che l'italia avrebbe economicamente ed energeticamente bisogno del nucleare, ma non sarebbe in grado di gestirlo.
Già vedo centrali costruite con appalti camorristici e materiali scadenti, amministrazioni politicizzate, incompetenti ed irresponsabili, malfunzionamenti diffusi a causa di mala, scarsa o nulla manutenzione, sicurezza inesistente ed omertà. Cattedrali nel deserto ed opere incompiute.
Succede nella sanità, succede nell'edilizia, succede un po' ovunque in questo paese.
Non è il nucleare che mi spaventa, sono gli italiani.
E se si possono tenere lontano da certe mani questo tipo di "giocattoli", è meglio farlo.
Sul nostro forum è già da marzo che abbiamo aperto una discussione tecnico-scientifica sull'argomento, se la cosa vi interessa potete dare il contributo anche là:
basileiatotalwarteam.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9699718&...