Recensione: L'Armata Perduta

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memphe
00martedì 25 novembre 2008 11:42
TITOLO: L'armata perduta

AUTORE: Valerio Massimo Manfredi

EDITORE: Mondadori

LUOGO E ANNO DI EDIZIONE: Milano 2007

COLLANA: Oscar Mondadori

GENERE: Romanzo storico

PREZZO: 9,60

VOTO: 9/10

RECENSIONE: E' un romanzo tratto da uno delle opere più famose dell'antichità, l'Anabasi di Senofonte. Il punto di vista però cambia: è una giovane donna (Abira) abitante di un piccolo villaggio della Siria che narra in prima persona l'epopea dei Diecimila.
Essa s'innamora di un giovane, Xeno, e lo segue nella sua marcia.
La storia ricalca quella descritta dall'Anabasi, cioè la battaglia vinta e perduta nello stesso tempo di Cunassa, e il loro epico e impossibile ritorno alla Grecia.
Tuttavia Manfredi si permette di raccontarlo non come ce l'ha descritto Senofonte, ma come lo scrittore ha intuito con le sue spedizioni e scavi sulle tracce del percorso dei Diecimila e con le sue conoscenze storiche.
Così agli occhi del lettore compaiono nuove sottili sfumature: di come Senofonte abbia volutamente tralasciato di scrivere le prove dei suoi errori, o come Sparta abbia cercato di cancellare ogni traccia di questo esercito.
Un libro appassionante, che fa rivivere i sacrifici e le imprese disperate di chi voleva solamente tornare a casa. Contro tutte le previsioni, contro il volere di due tra i più potenti imperi di quel momento, passando per deserti soffocanti e montagne glaciali, combattendo per ogni valico e guado, contro il freddo la fame o contro feroci montanari, essi riuscirono con al seguito anche molte donne in un'impresa ritenuta fino a quel momento impossibile.
Essi furono gli inconsapevoli ispiratori della prima parte del percorso che Alessandro Magno seguì nella sua conquista dell'Impero Persiano.
Lucio Lucullo
00sabato 29 novembre 2008 22:12
L'hai comprato alla fine...bello vero?
Antioco III
00lunedì 8 dicembre 2008 09:45
Bello questo libro. Soprattutto come descrive i paesaggi dell'epoca: un salto nel tempo.
memphe
00lunedì 8 dicembre 2008 09:47
Re:
Lucio Lucullo, 29/11/2008 22.12:

L'hai comprato alla fine...bello vero?




Sì, grazie del consiglio!!! [SM=g8335]
E scusa il ritardo. [SM=g8113]
Antioco il Grande
00lunedì 8 dicembre 2008 10:09
Veramente un bel libro, la trilogia su Alessandro ed Il Tiranno mi sono piaciuti di più, ma anche questa rivisitazione dell'Anabasi non era niente male.
memphe
00lunedì 8 dicembre 2008 11:38
Re:
Antioco il Grande, 08/12/2008 10.09:

la trilogia su Alessandro




Questi me li son comprati domenica scorsa, non vedo l'ora di cominciare a leggerli!!! [SM=g8299] [SM=g8299] [SM=g8299]
=Telcontar=
00lunedì 8 dicembre 2008 13:14
anche io lo consiglio a tutti
memphe
00sabato 10 gennaio 2009 08:37
A proposito, un dubbio ke mi è venuto a galla da poco: nel libro Manfredi più volte menziona la paura ke i persiani avevano x i "mantelli rossi", cioè gli spartani. Ma nei diecimila allora c'erano spartani regolari col famoso mantello rosso? Questo nn sarebbe in contrasto col tentativo di Sparta di tenere segreto il suo coinvolgimento?
Antioco il Grande
00sabato 10 gennaio 2009 13:42
Alcuni Spartani erano partiti come volontari, come tutti gli altri contingenti, ognuno combatteva con il proprio armamento, gli Spartani usavano il mantello rosso e quello si sono portato dietro, anche se erano mercenari non inviati dallo stato.

In effetti, però, alcune tematiche sollevate da Manfredi sono molto interessanti. Leggendo l'Anabasi si riscontrano punti oscuri, lo stesso ruolo di Senofonte non è chiaro, che ci faceva là? Egli stesso scrive che parteciapva né come soldato né come ufficiale. Perché era lì e come ha potuto prendere il comando? Non tutto è chiaro e le tesi di Manfredi risultano molto affascinanti.
memphe
00sabato 10 gennaio 2009 17:51
Re:
Antioco il Grande, 10/01/2009 13.42:

Alcuni Spartani erano partiti come volontari, come tutti gli altri contingenti, ognuno combatteva con il proprio armamento, gli Spartani usavano il mantello rosso e quello si sono portato dietro, anche se erano mercenari non inviati dallo stato.

In effetti, però, alcune tematiche sollevate da Manfredi sono molto interessanti. Leggendo l'Anabasi si riscontrano punti oscuri, lo stesso ruolo di Senofonte non è chiaro, che ci faceva là? Egli stesso scrive che parteciapva né come soldato né come ufficiale. Perché era lì e come ha potuto prendere il comando? Non tutto è chiaro e le tesi di Manfredi risultano molto affascinanti.




A ok, pensavo ke il mantello rosso fosse tipo come un'uniforme regolare x gli spartani, x questo mi chiedevo xkè mai se lo fossero portato dietro se volevano passare inosservati.
Verissimo ke Manfredi solleva tesi particolarmente interessanti, attraverso un personaggio insolito come Abira.
leonida 94
00lunedì 2 marzo 2009 17:13
finito di leggere ieri....415 pagine molto coinvolgenti..l'epilogo mi ha un pò sorpreso (per la vicenda di Xeno soprattuto)comunqe bellissimo libro lo consiglio e straconsiglio a tutti e ancora grazie agli ideatori e ai partecipanti di questa sezione perchè senza di voi non anvrei mai conosciuto i romanzi di Manfredi.Un pò brutali i persiani con quei sistemi di tortura eh?
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