Re: Re: L'ottava arte
Scritto da: Mario Decio Giulio II 23/04/2006 14.34
Ma quello che si discute non è il creare ma il motivo della creazione: paragonare film a videogiochi non ha senso perchè sono due ambiti differenti (anzhe se spesso e volentieri creano videogiochi basati su un film,ma questo ha poca rilevanza) quindi,è vero che creare giochi per PC è un arte,ma il motivo dela creazione non è vedere un videogiocatore bello contento o far felice una mandria di ragazzini oppure riuscire a dire,alla fine del lavoro -Sono proprio bravo guarda cosa sono riuscito a fare- ma è semplicemente incassare una quantità di quattrini che superi quella che è uscita durante la produzione del gioco.
Ovviamente tu mi verrai a dire che non è così,che le case produttrici pensano al "benessere" del giocatore,che i programmatori lavorano principalmente non per mangiare ma per una mera passione del proprio lavoro,e io ti dirò che se fosse così,allora potrebbero anche non chiederti un centesimo per il proprio lavoro,visto che lo farebbero solo per il piacere di creare arte.
Se fosse come dici tu,allora sarebbe un bel mondo dove tutti lavorano per passione e nessuno per soldi,dove nessuno comprerebbe niente e nessuno chiederebbe in cambio niente per il proprio lavoro.
Se poi ho capito male il tuo discorso questo è un altro paio di maniche....Magari la prossima volta ti spiegherai meglio.
Non è questione di spiegarsi meglio, ma di recepire il messaggio che ho scritto (data la grammatica dei tuoi post forse il problema non sta nel trasmettitore ma nel ricevitore).
Ma quando mai ho detto che i programmatori fanno i giochi per avere come ultimo fine un'opera d'arte?
Quando mai sono stato così perentorio ?
Perchè non leggi il mio post anzichè agganciarti come al solito ai discorsi degli altri?
Sarebbe una vera utopia/idiozia un'affermazione del genere, non mi sono ancora trasferito sul pianeta degli orsetti cucciolosi di marzapane.
Ad ogni modo, è tuttavia innegabile la relazione tra cinema e videogioco e ti spiego il perchè...
Il mercato dei videogiochi funziona ESATTAMENTE come una produzione hollywoodiana americana anche perchè come tu stesso riconosci lo scarto tra i due ambiti è sempre minore mentre la commistione e la contaminazione di generi cresce inverosimilmente di anno in anno.
Prendi i videogiochi fatti sulla scia dei film, e non parlo di produzioni recenti, è una cosa che si trascina fin dagli anni '80, prendiamo Ghostbusters o Ritorno al futuro, ma accantoniamo la cosa perchè comunque è fuorviante.
Quello che non ha senso è generalizzare su due ambiti tanto complessi.
Non si può assolutamente affermare che alla base di un videogioco e di un film ci sono motivi diversi a prescindere.
E' un idiozia, sono ambiti troppo eterogenei, bisogna analizzare il singolo prodotto : il singolo film e il singolo videogioco.
Un film a decoupage hollywoodiano ha le stesse dinaniche di marketing di un videogame in grande stile : si sonda il terreno, si crea attesa con reclame attraverso i consueti canali e alla fine a seconda dei finanziamenti elargiti, dal nome della produzione e dalla bravura dei tecnici/troupe/programmatori si confeziona un prodotto più o meno riuscito.
I confezionatori di videogiochi non hanno inventato questo sistema dall'oggi al domani, ma prendendo spunto da una tecnica capitalistica hollywoodiana maturata negli anni '20.
Alla base di un videogioco/film possono esserci centinaia di motivi : la passione di un regista/produttore/programmatore per un determinato ambito - prendi Sid Meier con Pirates! -, lo sfruttamento di una certa moda o di un genere particolarmente in voga - prendi il boom degli sparatutto e dei picchiaduro negli anni '90 -, non c'è nessuna differenza.
Qualcuno potrà giustamente obiettare che un sacco di videogiochi vengono prodotti per essere smerciati velocemente, prescindendo da grandi fini artistici e impacchettati per un immediato ritorno economico.
Nel cinema è esattamente lo stesso. Una produzione cinematografica stima e successivamente stanzia un certo budget ogni anno, più o meno sostanzioso a seconda della politica del Mogol, per produrre un certo numero di film dal sicuro ritorno economico ma dalle basse pretese artistiche (i rinomati b-movies).
Questo posso affermarlo in tutta tranquillità non solo perchè ho fatto il programmatore ma perchè mi sto laureando in cinema.
Prendiamo la Universal Studios che è sopravvissuta agli scontri di produzione degli anni 40 grazie a questi espedienti.
Quando invece si tratta di un pezzo molto grosso come "Rome Total War" o "Il Gladiatore", allora le dinamiche di passione e ritorno economico possono venire tranquillamente a coincidere.
Esistono poi i cortometraggi, finalizzati a far conoscere la bravura di un regista ai superiori e spesso privi di intenti economici.
Stessa cosa vale per i mod ed i modders nel campo dei videogame.
In conclusione non bisogna essere così idioti da credere che i programmatori facciano videogiochi per puri fini artistici, ma nemmeno essere così drastici da credere che si faccia tutto per un ritorno economico.
Dubito seriamente che i creatori di questi videogiochi (e intendo dal supervisore capo fino al più infimo dei beta tester) non provino un brivido nel vedere le proprie realizzazioni prendere vita e che prima,dopo e durante il lavoro provino sensazioni diverse da quelle di un artista.
E' ovviamente difficile identificare lo scarto tra i due emisferi. Voglio dire dove comincia l'interesse economico e dove il fine artistico.
E così come avviene nel cinema sarà sempre un problema individuarlo.
Forse è giusto che sia così.