IMPERATOR: ROME

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Leonida.7742
00domenica 20 maggio 2018 18:54
La Paradox annuncia il suo nuovo titolo,e sarà ambientato in epoca romana.Guardate che belle le foto tratte dalla mappa di gioco.

www.everyeye.it/notizie/paradox-annuncia-imperator-rome-nuovo-strategico-in-arrivo-pc-nel-2019-330...

andry18
00lunedì 21 maggio 2018 05:12
Il loro problema però sono i 700 milioni di dlc
Il buonsenso mi dice di aspettare la collection tra tipo 5 anni, ma non è detto che ci arrivi quindi...scelta ardua
deltoro74
00lunedì 21 maggio 2018 07:35
Inoltre mettono tutte le lingue, compreso il ceco ed il portoghese, ma non l'italiano...razzisti!
andry18
00lunedì 21 maggio 2018 18:13
Re:
deltoro74, 21/05/2018 07.35:

Inoltre mettono tutte le lingue, compreso il ceco ed il portoghese, ma non l'italiano...razzisti!


Che è, siamo diventati una nuova razza adesso? xD
Semplicemente in Italia non vendono e non hanno mai venduto una ceppa
Leonida.7742
00lunedì 21 maggio 2018 19:06
Però è anche vero che la community Paradox italiana è molto attiva,ed ha tradotto diversi titoli.Dovrebbero vederle ste cose :martello
Cmq scelte d'azienda a parte,io a sto gioco ci vedrei benissimo un sistema di combattimento sul campo alla Field of Glory 2...mamma mia :sbav .La Paradox dovrebbe cominciare a pensare a questo passo.
andry18
00lunedì 21 maggio 2018 21:46
Però sempre quattro gatti siamo xD
deltoro74
00martedì 22 maggio 2018 15:09
Re: Re:
andry18, 21/05/2018 18.13:


Che è, siamo diventati una nuova razza adesso? xD
Semplicemente in Italia non vendono e non hanno mai venduto una ceppa




Adry vuoi dirmi che vendono di più in Polonia che in Italia?
andry18
00martedì 22 maggio 2018 17:21
Sì, e la cosa vale per molti altri giochi e generi. Vedasi ad esempio gli rpg, anche quelli in italia vendono poco (0,50% circa delle vendite mondiali) mentre altri paesi sono più rappresentativi
È solo questione di portafoglio
Leonida.7742
00martedì 22 maggio 2018 17:49
Purtroppo è vero caro Deltoro.Noi,come diceva una vecchia canzone "Siamo figli di Pitagora e di Casadei,di Machiavelli e di Totò,cresciuti con una morale cattolica (ed io ci aggiungo) ed a pane e COD" :rofl o Fifa,a te la scelta! :up :rofl
deltoro74
00mercoledì 23 maggio 2018 09:05
Non è così ragazzi. Ho fatto una breve ricerca, non per mettere in dubbio quello che dite sia chiaro, ma perché i conti non mi tornano.
Tolto il Francese, l'Inglese e lo Spagnolo che si parlano in mezzo mondo già il Portoghese non avrebbe motivazioni particolari per esserci, è vero che il Brasile è grande quanto l'Europa ma ha meno di un terzo della popolazione di cui la metà vivono in condizioni che non solo non possono permettersi un pc performante ma in alcune aree non hanno neppure la corrente elettrica tutto il giorno. Comunque è un mercato in espansione e ci sta. Il tedesco è una lingua importante ma la parlano solo li. Quello che non mi va giù è il Polacco che fa 35 milioni di abitanti a fronte di 65 milioni dell'Italia, quindi mal contato abbiamo un bacino di potenziali utenze di almeno 10 milioni di persone in più visto che anche loro hanno un deficit negativo dell'età media. Secondo i dati dell'Aesvi diramati ad aprile l'Italia è il quarto mercato dell'Europa che nel suo complesso è il secondo del mondo dopo quello asiatico (viene prima degli Stati Uniti). L'anno scorso hanno venduto materiali videoludici per 1,5 miliardi di euro (nella cifra sono compresi pc per gaming, console, schede video, giochi fisici e in download, giochi per pc e tablet, insomma tutto l'hard ed il soft dei videogiochi) quindi proprio non capisco perché debbano mettere il Polacco e non l'Italiano considerando che nell'est col cazzo che vendono i giochi a 50 euro, se va bene li piazzano a 20. Magari c'è uno della produzione polacco e non pagano le traduzioni ma quanto gli costa una lingua in più? Considerando che fanno dei giochi che per la parte gestionale sono tanta roba ma graficamente sono quattro icone su di una mappa e li propinano a sti prezzi uno sforzo potrebbero pure farlo.

Scusate lo sfogo ma sta cosa non la digerisco.
andry18
00mercoledì 23 maggio 2018 11:36
I dati riguardanti la popolazione o il mercato in genere non c'entrano nulla, quello che conta è il numero di vendite per il singolo gioco o, per vedere la situazione in una maniera più generale, il numero di copie vendute dalla casa produttrice in Italia riguardo quella tipologia di gioco (in questo caso europa universalis, crusader kings, stellarsi, ecc) o ancora una valutazione del mercato (quindi sempre copie vendute) per quanto riguarda il genere (quindi gli strategici 4x)

Sfortunatamente steamspy è praticamente morto, quindi ormai è difficile farti vedere i grafici, però in molte categorie l'Italia non rientra neanche nella top10 (sempre numero di copie vendute per paese), ed in questi generi si mantiene intorno alla XVII-XIX posizione...ma a volte va anche sotto il XX posto

Per quanto riguarda la Polonia non so in ambito 4x (d'altronde mi pare che la paradox non abbia mai localizzato i suoi giochi in polacco e non lo farà neanche con questo Imperator Rome), ma in ambito rpg (soprattutto isometrici) la "piccola e povera" Polonia vende più rispetto al florido mercato italiano. Perché? Perché in Italia l'accoppiata vincente è console+fifa/cod/giochi d'azione; altri generi fatturano poco e quindi le case produttrici non li localizzano per una semplice questione: non buttare via soldi
deltoro74
00giovedì 24 maggio 2018 09:05
Andry di te mi fido ciecamente e se dici così sarà così, il polacco l'hanno messo su Heart of Iron IV ed è lì che mi hanno fatto imbestialire perché gli torna comodo nei loro giochi usare Mussolini, i mercanti veneziani ed ora l'impero Romano ma di spendere quattro soldi in più per la traduzione (come detto non è che sia tutto sto lavoro) nada. Io con le lingue straniere non ho grossi problemi ma sinceramente giocare in inglese o spagnolo o francese non è la stessa cosa. Meno male che c'è sempre qualche anima pia che ci pensa ma non lo trovo giusto.
andry18
00giovedì 24 maggio 2018 14:27
È che trovano più remunerativo localizzare in altre lingue che non in italiano, quindi finché le cose non cambiano (si spera in meglio) ci attacchiamo al tram e facciamo le traduzioni amatoriali
Archita
00venerdì 25 maggio 2018 18:22
Sembra una versione *gonfiata* di Rome e l’interfaccia sembra ancora essere in classico stile paradoxiano cioè slides su slides, idee, leaders e warfare semplificato che un po’ ora mi scoccia e si dovrebbe osare di più, poi furbissima sembra l’idea di finire ad Augusto in modo da preparare DLC sull’età imperiale. A mio parere si deve svecchiare, cambiare tutta l’interfaccia, dare l’idea di essere veramente dentro l’epoca magari con un interfaccia creato su un ambiente tridimensionale con un proprio avatar e altri da interagire ( senatori, equites, tribuni ) per mettere in atto decisioni politiche e militari e ricevere i risultati da messaggi oppure decidere di indossare le calighe e rischiare in campo di battaglia. Ovvio che la Paradox, per quanto guadagna, non ha le risorse per saltare sul 3D e non vuole far gridare al sacrilegio alcuni fans più conservatori.
andry18
00sabato 26 maggio 2018 10:21
Sinceramente non penso che avere un'ambiente tridimensionale piuttosto che un'interfaccia permetta un miglioramento effettivo del gameplay
Quello sul quale si dovrebbero concentrare con maggiore attenzione invece è il warfare, che sia in 2 o 3d importa relativamente, basta che diano la possibilità di gestirle. Aumenterebbe il dinamismo e la profondità di gioco in questo aspetto, che al momento prende in considerazione un po' di parametri e basta
Però dubito accadrà
Archita
00sabato 26 maggio 2018 11:03
Dalle foto sembra che ci siano dei comandi per decidere delle strategie preparatorie per le unità che possano modificare l’esito della battaglia che rimarrà “off screen” senza più alcun intervento del giocatore. Il concetto andava bene per i primi EU e simili Paradox titoli ma ormai rileva tutto il suo limite nel 2018 anche se i puristi non vorrebbero cambiare nulla e le case produttrici con risorse limitate preferiscono non osare oppure non vogliono farlo per scelta. Un compromesso fra battaglia automatica e battaglia diretta per non scontentare lo zoccolo duro e ricevere un po’ di aria fresca sarebbe il recupero dello zoom della mappa e usare singole unità di un armata in marcia come è stato fatto splendidamente in Carthage dell’Amiga e parzialmente e a mio parere in modo deludente dalla serie di Hegemony.
andry18
00sabato 26 maggio 2018 11:19
Qualche indicazione all'armata si da anche negli altri titoli, però è veramente poca roba. Sono punti di vista completamente diversi comunque, c'è chi vuole evitare che le battaglie possano diventare una dimostrazione di abilità del giocatore, lasciando i risultati ai soli parametri inseriti nel gioco (quindi composizione dell'armata, terreno ecc) e chi invece vorrebbe metterci del suo
Al di là dei soldi (ormai ne hanno parecchi) è proprio la filosofia di base a non permettere una vera e propria rivoluzione sotto questo aspetto
Archita
00sabato 26 maggio 2018 11:35
È vero che chi prende titoli Paradox si aspetta di giocare alla Storia preoccupandosi più degli aspetti di grande strategia piuttosto che di gestione vera e propria, una specie di Civilization che un Rome Total War certamente ma a mio parere i titoli Paradox hanno perso da tempo quel quid di immersione che infondeva con poco e per il suo impatto di novità nei primissimi EU uno e due diventando sempre più astratti sistemi di parametri per esigenze sopratutto multiplayer. La Paradox dovrebbe curare un approccio più di esperienza che di competizione da far vedere su YouTube con piccole finezze tipo sviluppo delle città, investimenti nell’arte e nella cultura costruendo e vedendoli edifici e vedendo arrivare personaggi speciali grazie ad investimenti dati, una più attenta gestione del commercio mediterraneo che io mi aspetto che possano prendere in prestito da Victoria e tutto fatto con un interfaccia più dinamica e non rigidamente basata su pagine di slides.
andry18
00sabato 26 maggio 2018 11:41
Sullo sviluppo delle città penso che in questo titolo presteranno più attenzione, hanno inserito il sistema di popolazione da vic, che sarà utile per dare quel senso di evoluzione...questo almeno per le fazioni piccole, partendo coi seleucidi (ad esempio) si rischia che finiscano con l'essere dinamiche secondarie. Dipende da loro
Gli investimenti li vedo solo come riempitivi, i classici eventi con piccola decisione da prendere. Certo, sono carucci e aiutano nell'immersione, però c'è poca sostanza
Archita
00sabato 26 maggio 2018 12:09
Se inseriscono il sistema commerciale di Victoria sarebbe bellissimo ma se non si è visto con gli ultimi EU, non si farà...

Mi domando perché deve essere così difficile recuperare l’idea di Carthage con piccole bandierine di singole coorti da posizionare in tempo reale su una superficie della mappa zoomata e sopratutto inserire un sistema di trasferimento di denaro alle singole città arricchendo la strategia della logistica nelle campagne come si è visto anche nel complesso Hannibal che nei suoi limiti simulava la pianificazione economica per sostenere le campagne.

Un riutilizzo del sistema di Carthage renderebbe parecchio divertente le campagne caratterizzate da asperità del terreno contro i sanniti e contro i macedoni sopratutto.
andry18
00domenica 27 maggio 2018 10:18
Intanto è uscito il video della (breve) conferenza
www.youtube.com/watch?v=83FxSUjDvjc
Leonida.7742
00lunedì 28 maggio 2018 01:20
Segnalo anche quest'altro titolo,attualmente in beta.E' lo stesso editore di Field of Glory 2,ma purtroppo non degli stessi sviluppatori.Se oltre alla fase gestionale ci aggiungessero anche quel tipo di battaglie sarebbe grandissimo.



Archita
00lunedì 28 maggio 2018 13:04
interessante questo titolo ma , a parte forse una più approfondita gestione delle decisioni “civilization” style e vari alberi di sviluppo trovo un passo indietro la griglia degli spostamenti e pure qui zero gestione diretta delle campagne militari e sopratutto assenza di elementi visuali tali da incrementare la sensazione di immersione. Il fattore noia è dietro angolo se l’interfaccia rimane tradizionale e manageriale. Ci vorrebbero elementi di coinvolgimento emotivo tipo scene di animazione, scenari scriptati con dialoghi e personaggi, “room” di governo ed amministrazione cliccando personaggi nella scena come si faceva una volta nei titoli degli anni ‘90. Una volta c’era la tendenza molto bella di digitalizzare attori su scena computerizzata che si animavano quando il cursore ci passava sopra. Una cosa che mi piaceva moltissimo ma troppo costosa ora per le piccole case produttrici e non solo da anni per tutti i giochi.
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