Cronaca Bizantina -Storia di un Impero-

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Legato Valerio Metronio
00mercoledì 3 gennaio 2007 14:09
Eccovela qua...Aggiornata piano piano...

L’ Impero Bizantino

Periodo: Anno Domini 1080-1140

Imperatore: Alessio Comneno “Il Santo”
Principe: Giovanni Comneno

La Battaglia di Manzicerta è lontana. L’Impero Bizantino ha perso molto del prestigio che gli derivava dall’esseri eredi del leggendario Impero Romano.
L’aver perso quasi tutta l’asia minore ha portato l’impero ad un impoverimento di risorse sia umane (esercito) sia economiche (da regioni ricche come Antiochia, Acri ed Edessa non si può prescindere.
Il Basileus Alessio Comneno ha avviato una profonda ristrutturazione delle infrastrutture economiche dell’Impero con l’intento di uscire da questa crisi economica.
L’occupazione di Sirmio da parte delle truppe imperiali ed il susseguente saccheggio ha portato un congruo bottino nelle casse di Costantinopoli.
L’assalto è stato condotto dal Principe in persona con un modesto distaccamento appena arruolato nella fiorente città di Nicea, i pochi miliziani ribelli che hanno opposto resistenza sono stati messi in fuga e trucidati, è bastato far sfilare davanti loro la temibile e potente Guardia Personale del Principe.
Il giorno dopo l’Imperatore, con una bolla ufficiale diramata in tutto l’impero ha annesso la provincia di Sirmio: questo è stato il primo passo verso la Riconquista delle ricche terre dell’Asia Minore.
Nel frattempo molti diplomatici sono stati inviati nei regni vicini allo scopo di raggiungere accordi commerciali che permettano ai governatori delle varie città di tassare le nuove risorse scambiate tra i mercanti.
Nel frattempo su ordine del governatore Evangelos, la città di Tessalonica è stata trasformata in un castello con imponenti cinte murarie. Tutto questo è stato possibile grazie ai finanziamenti generosamente concessi dal Basileus. Infatti la città da qualche tempo vive con l’angoscia di subire un assedio dai Veneziani che stazionano nelle campagne di Tessalonica e nel vicino Epiro.

Nel Grande Consiglio di Guerra tenutosi nella Capitale il 31 Dicembre 1092 presieduto dall’Imperatore e dai più eminenti Generali dell’Impero, dopo furenti discussioni, Alessio Comneno “Il Santo” ha preso l’indiscutibile decisione di marciare su Sofia, piccolo gioiello urbanistico in rapida espansione in mano ad un signorotto locale che impone dispotica dittatura ai suoi abitanti.
L’Imperatore in persona organizza un imponente spedizione radunando il fior fiore dell’esercito Bizantino comprensivo dei reparti di cavalleria più forti disponibili; ben trecento Vardariotai, noti ai generali di tutti i regni per la loro ferocia e per la loro incredibile capacità di usare l’arco e all’occorrenza diventare una fortissima cavalleria da mischia.
L’esercito sfila per la capitale dietro al Basileus, radioso nella sua armatura argentea, è sicuro che la campagna nei Balcani non durerà più del dovuto e invece si ritroverà a combattere per anni alla testa dei suoi valorosi uomini in quelle zone.

Come previsto l’Imperatore ha espugnato Sofia, dopo aver disposto gli uomini all’assedio, al segnale di una freccia infuocata una nostra spia ha aperto le porte della città.
L’assalto è stato condotto col favore delle tenebre e i difensori impreparati si sono radunati alla porta subendo il micidiale tiro dei reparti di Vardariotai.
Come da piano dopo aver aperto consistenti varchi nelle fila dei ribelli questi sono stati condotti dall’Imperatore in una furiosa carica per spezzare la resistenza miliziana opposta. Grazie alla formazione a cuneo i reparti dei ribelli si sono dati alla fuga verso il centro città per cercare l’aiuto dei rinforzi che vi stanziavano.
L’arrivo della fanteria imperiale mischiato ad una poderosa scarica di frecce infuocate ha permesso ai soldati di impadronirsi della città.
Il signorotto è stato ucciso nel suo palazzo, puah! Codardo!
Dal seguente saccheggio sono entrati nelle casse imperiali diverse migliaia di fiorini che serviranno anche a riparare la città e a potenziare le sue difese in attesa che i Magiari (per ora alleati) rompano l’alleanza (i Veneziani loro alleati sono entrati in guerra con noi).

Nel frattempo la situazione in Grecia si fa pesante: infatti Tessalonica senza preavviso è stata attaccata dai Veneziani infami, e purtroppo la vana resistenza oppostagli dal governatore e dalla esigua guarnigione non è bastata a salvare la città.
Quando l’Eccellentissimo ha avuto la tragica notizia ha giurato che non si sarebbe tagliato la barba finchè l’affronto non sarà vendicato.
Interrompendo il controllo sui lavori di ristrutturazione di Sofia l’Imperatore è partito per Durazzo, città portuale veneziana, con l’intenzione di prenderla per poi da lì dirigere le operazioni di conquista della Dalmazia. Bisogna strangolare l’economia veneziana e isolarla sottraendogli tutti porti e gli scali commerciali.

Le operazioni a Tessalonica invece sono state affidate al Generale Evangelos, che con corposo distaccamento proveniente da Sofia e comprendente anche coscritti slavi ha messo sotto assedio la città.
La guarnigione che la presidiava, impaurita, si è rintanata all’interno delle mura confidando nella loro protezione.
Ma l’audacia e la sete di vendetta non possono essere fermate da quattro mura: i valorosi soldati dell’impero hanno fatto breccia nelle mura e si sono riversati sui quattrocento uomini della guarnigione trucidandoli con una tale ferocia che nemmeno un prigioniero fu fatto.
Finalmente Tessalonica rientrava in seno all’impero dopo quattro anni di dominio veneto.
Un messaggero imperiale raggiunse il Basileus con la splendida notizia della liberazione della Tessaglia, proprio mentre questo marciava verso Durazzo.
L’Imperatore molto compiaciuto ha concesso al generale Evangelos tutti gli onori della vittoria e il titolo di Governatore della Tessaglia.

Durante la marcia di avvicinamento alla città diverse avanguardie nemiche hanno cercato di sbarrare il passo alla marcia del Basileus soprattutto nelle gole vicino all’insediamento, ideali per delle imboscate ma sono stati tutti massacrati dall’estrema duttilità della cavalleria bizantina a disposizione. Arrivato sotto le mura di Durazzo l’Imperatore ha concesso qualche giorno di festa e di riposo per onorare la liberazione di Tessalonica.

Dopo questo meritato riposo un rapido assalto notturno (tattica questa in cui il nostro Eccellentissimo è un maestro) ha permesso all’esercito imperiale di espugnare la città e mettere in fuga la ridicola guarnigione che la presidiava con la conseguente annessione dell’insediamento e soprattutto del suo importantissimo porto.
La guarnigione della città è statua cospicuamente aumentata da nuove leve venute fuori dalla coscrizione ordinata dall’Imperatore così da formare un nuovo corpo di spedizione per occupare la vicina Ragusa, capitale del commercio veneziano dell’Adriatico insieme alla capitale Venezia.

Nel frattempo anche l’Isola di Rodi su richiesta del Concilio dei Nobili è stata occupata con una operazione condotta in maniera brillante da forti reparti mercenari comprensivi di cavalleria alana e arcieri armeni integrati da qualche centinaio di miliziani provenienti da Sirmio. Ora Rodi diventera una dei più importanti porti dell’Egeo insieme a Creta che purtroppo per ora è nelle mani della Serenissima.

L’Erede al trono, il Principe Giovanni Comneno ha aperto un altro fronte in Asia minore sprezzante delle insolenti richieste di pace dei Turchi. Al confine tra i due regni è stato ammassato un enorme esercito comprensivo dei più forti reparti provenienti da Nicea e Costantinopoli: esso sarà il martello con cui schiacceremo quei cani Turchi!
Giovanni ha deciso di svernare negli accampamenti di confine a pochi giorni di marcia da Adana, prima tappa della Riconquista.
Mentre il padre faceva grande l’impero ad ovest in Dalmazia, lui doveva vedersela da solo con tutta al potenza delle armate turche.

L’unico modo per infliggere un duro colpo al potente sultanato era colpirlo dove fa più male: al cuore.
L’occasione buona capitò subito in quanto i nostri vescovi e le nostre spie scoprirono che il Sultano in persona con la sua fedelissima guardia di invincibili guerrieri presidiava proprio la città di Adana.
Un offensiva veloce era d’obbligo per il Principe, che infatti portò l’assedio alla fortezza obbligando il Sultano in persona a combattere strada per strada, sotto il sole cocente del mezzogiorno.
La lotta tra i due comandanti proseguiva da ore quando il tutto fu risolto in favore del Principe da una possente carica di lancieri accompagnata da una pioggia di fuoco fatta piovere dagli arcieri armeni sulle teste dei già provati cavalieri della Guerdia Personale del Sultano. Esso morì con grande dignità cadendo per ultimo con la spada in mano, arrossata dal sangue di molti soldati abbattuti.

L’emblema dell’Impero viene sventolato dalle mura della ricca città, la strada per la totale conquista dell’Asia minore è aperta…

L’Eroica Resistenza di Sofia

Un capitolo a parte meritano i valorosi soldati della guarnigione di Sofia. Dopo la conquista questa splendida città è stata rinnovata con splendide costruzioni che ne hanno fatto l’invidia di molti regni, tra cui i Magiari.
Questo popolo di cani ha rotto il trattato stipulato con il nostro Sacro Imperatore e senza preavviso a messo sotto assedio la città pensando di fare un sol boccone della guarnigione bizantina formata da tre reparti di lancieri miliziani, due di arcieri (uno Briganti bulgari) e infine 8 di arcieri a cavallo: un misto di cavalieri bizantini e Vardariotai.
I Magiari guidati dall’erede al trono Principe Istvan erano forti di 2000 uomini, quindi una superiorità numerica schiacciante rispetto alle forze dell’Impero.
Con un sistema blocchi di cavalleria e fanteria e potendo contare su un arsenale di frecce devastante l’esigua guarnigione è riuscita a resistere a ben tre assedi portati sempre dallo stesso esercito, che alla fine è stato costretto a mettere in campo anche la cavalleria pesante a guerdia del generale, lanciandosi in un assalto frontale sperando di far valere la pesantezza della carica e il più pesante armamento.Bersagliata da nugoli di frecce la carica è stata in parte smorzata anche se nella mischia che ne conseguì trovarono la morte decine di cavalieri bizantini, ma bastò perché il principe Istvan morì con molti dei suoi magiari obbligando alla fuga i restanti cavalieri.
Così dopo anni di assedio la possente armata nemica perse tutti i duemila uomini e fu costretta a tornare in patria con la code tra le gambe, sconfitta dai più grandi soldati dell’Impero.
La loro leggenda rieccheggierà nei canti dei poeti…

Per evitare simili attacchi, essendo molto esposta e non tutelata dall’armata Balcanica impegnata in Dalmazia, l’Imperatore ha ordinato la costruzione a Costantinopoli delle più grandi mura che la civiltà possa concepire, con un grande sforzo economico (ben 10000 fiorini) è stato possibile ammirare l’enorme complesso di cinta murarie che proteggono la capitale. La capitale non cadrà mai…
Sirius 21
00mercoledì 3 gennaio 2007 18:04
[SM=x506651] [SM=x506649]
@Asdrubale@
00mercoledì 3 gennaio 2007 18:43
Bellissimo! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=x506715]
Legato Valerio Metronio
00giovedì 4 gennaio 2007 08:48
grazie ragazzi...ho tratto ispirazione da molti vostri resoconti e la campagna mi ha talmente catturato che non potevo non condividerla con tutti voi!
Ora man mano che vado avanti aggiornerò il tutto sperando che vi faccia piacere.

Ciao a tutti...

PS: Il resoconto l' ho scritto tutto in una giornata a lavoro...Se mi scoprono... [SM=x506629] [SM=x506644] [SM=x506642]
L'Atleta
00giovedì 4 gennaio 2007 11:07
A lavoro [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]


Pure io vorrei fare una cosa del genere.....però dopo c'è troppa roba uguale....mmmhhhh....troverò il modo di differenziarlo dai vostri...non vorrei fare il copione [SM=g27837]

Vi farò sapere prossimamente.
Legato Valerio Metronio
00giovedì 4 gennaio 2007 11:42
2° parte
"Piccolo" aggiornamento per chi ha tempo... [SM=g27811]

Periodo Anno Domini1140-1144

Imperatore: Alessio Comneno “Il Santo”- Giovanni Comneno
Principe: Giovanni Comneno

Non c’è pace in questo era di grandi mutamenti. Imperi che svaniscono, Re e Imperatori acclamati, per poi essere assassinati il giorno dopo…
L’Eccellentissimo Alessio “Il Santo” non vuole fermare l’offensiva contro Venezia ora che con la conquista di Ragusa sono stati privati di uno dei principali porti sull’Adriatico.
Mentre l’Imperatore discute con i suoi generali sul da farsi arriva di corsa una staffetta con una lettera con una notizia meravigliosa: i maledetti lagunari, impegnati in una guerra con il Sacro Romano Impero, sono stati costretti a trasferire sul fronte quasi tutta la guarnigione di Zagabria lasciandola nelle mani del Consigliere e di qualche miliziano.
Immediatamente il Basileus scorse in quella notizia un segno del fato: conquistando Zagabria si potrebbe avere una solida base per puntare direttamente alla capitale di quei porci, Venezia.

Alessio parte subito con i due terzi della guarnigione di Ragusa, il figlio Andronico e qualche centinaio di coscritti slavi, poco affidabili e indisciplinati. Il morale è alle stelle e i soldati sono convinti di fare facile bottino, ma proprio nei pressi di un bosco accade la tragedia: l’Imperatore cade in un sonno profondo e non si sveglierà più. Il nostro grande padre è morto.

Grande è il dolore di tutte le genti dell’impero a questa infausta notizia. Grandi celebrazioni si preparano per il ritorno della salma a Costantinopoli dove verrà onorato come il grande uomo che è stato.

Nel frattempo per evitare confusione Giovanni Comneno viene incoronato Imperatore dei Romani con una grandiosa cerimonia a Iconio, nella città recentemente strappata al giogo dei Turchi.
Quest’ultimo non perde tempo, bisogna continuare l’offensiva e, insieme a una consistente parte di guarnigione e ad un esercito partito da Nicea, lancia l’attacco alla più vicina città turca.
Subito viene intercettata dall’avanguardia un grosso esercito nemico che punta in direzione di Nicea. La città non è preparata per un assedio, quindi bisogna annientare quell’armata.

Raggiunta su un terreno collinoso, l’Imperatore prepara la battaglia posizionando le cavallerie molto larghe sperando di allontanare quella turca formata perlopiù da arcieri. Il piano da i suoi frutti e lo schieramento nemico si sfilaccia permettendo una forte carica di tutta la cavalleria ai lati dello schieramento, aiutata anche dalle frecce infuocate degli arcieri armeni, ben presto tutta l’armata nemico fugge lasciando sul campo migliaia di corpi che impregnao la sabbia con il loro sangue. L’intero esercito è stato schiantato aprendo il passo ai valorosi soldati dell’impero…

Sul fronte occidentale invece si è dovuta registrare la clamorosa sconfitta dell’esercito che assediava Zagabria. Privi del loro grande Imperatore i soldati non hanno combattuto come sanno e il figlio Andronico non ha il carisma del padre.
Fortunatamente i soldati catturati sono stati rilasciati e con loro anche Andronico, pure lui catturato, dalla guarnigione della città.

I Magiari

Dopo aver subito innumerevoli assedi, Sofia ha bisogno di protezione e l’unico modo e conquistare Bucarest. Così ha deciso il Grande concilio dei nobili convocato nella capitale. L’ offensiva permetterà di aumentare le risorse metterà a tacere definitivamente i Magiari. Da Tessalonica è partita una potente armata che ha sconfitto una patetica avanguardia che presidiava il ponte sul Danubio e ora ha cinto d’assedio Bucarest. La velocità con cui è stata portata questa offensiva nel loro territorio, ha sorpreso i magiari che non sono riusciti ancora ad organizzare un efficace difesa.
Nel frattempo il nostro nuovo Imperatore continua la sua marcia verso il cuore del regno turco…
Legato Valerio Metronio
00venerdì 5 gennaio 2007 10:56
Tra poco un ulteriore aggiornamento... ciao [SM=x506642]
Legato Valerio Metronio
00venerdì 5 gennaio 2007 15:54
3° parte
Reiccoci quà...ben 1 ora di lavoro a "lavoro"... [SM=x506651] [SM=x506715]

Periodo Anno Domini 1144-1150

Imperatore: Giovanni Comneno

Nelle nebbia del mattino si è materializzata davanti Bucarest il fior fiore dell’Armata Balcanica.
Al comando del generale Vulcano Dalassena è stato lanciato l’assalto finale alle mura della città magiara la resistenza che è stata offerta dai 300 soldati della guarnigione non è bastata per fermare la moltitudine di soldati imperiali che si sono riversati nelle strade facendo strage e saccheggiando.
Quando è stato raggiunto dalla notizia l’Imperatore Giovanni si detto entusiasta dello zelo con cui Dalassena ha portato a termine quella difficile campagna.
Attraversare quelle regioni nemiche, sconfiggere le avanguardie a protezione della città e infine annetterla all’Impero non era un’impresa facile.
Ora Dalassena, su sollecitazione del Basileus, ha assunto il comando della città avviando la costruzione di nuove opere architettoniche e ordinando una coscrizione per rimpolpare le fila della guarnigione. Essendo una città di confine essa ha bisogno di essere tutelata dalle eventuali tentativi di riconquista da parte dei magiari che non tarderanno ad arrivare.

A Costantinopoli sono finiti i lavori di costruzione delle imponenti mura che permetteranno alla capitale di diminuire la guarnigione al suo interno. I lavori sono durati otto anni e il costo è stato elevatissimo, ma ora tutti coloro che si presenteranno sotto le mura della capitale, alla sola vista delle sue mura impallidiranno.

Nel frattempo Andronico Comneno, fratello dell’Imperatore, con una operazione abilmente coordinata, ha conquistato Zagabria. Grazie alle spie introdotte nella città, è stato possibile entrare nell’insediamento dalle porte principali, sgominando in poco tempo le poche decine di miliziani veneziani.
Ora Venezia è stata privata di un’altra importante provincia, obbligandola a investire le poche risorse rimanti nella guerra contro i tedeschi a nord.

Nel mentre una brutta notizia si sparge nelle provincie dell’impero.
Purtroppo la città di Durazzo è caduta in mano alle forze papali, che dopo diversi anni di assedio hanno facilmente avuto ragione della codarda guarnigione cittadina.
Essi sono scappati alle prime schermaglie con il nemico lasciando il capitano Giorgio solo a farsi uccidere dai lacchè del Papa.
L’insediamento è stato risparmiato dal saccheggio fortunatamente però la provincia è persa e con essa il suo importante porto.
Immediatamente è stata inviata una spedizione punitiva compresa di molti reparti di cavalleria che purtroppo è stata presa in un’imboscata nelle vicinanze della città da un esercito papale sbarcato di nascosto formato da circa 1800 uomini. I nostri hanno combattuto duramente, come solo chi sa di essere l’erede del glorioso esercito romano può fare, ma infine è stato sconfitto e costrtto a ripiegare verso la vicina città di Sofia. I prigionieri ci sono stati restituiti sotto riscatto. Nonostante l’incredibile inferiorità numerica i soldati dell’Impero sono riusciti a massacrare più di 400 uomini al nemico, che ora presidia l’accesso alla città obbligando l’Imperatore a sospendere per ora le operazioni per la riconquista di Durazzo.

L’Impero pare non avere pace. Quei furfanti dei Siciliano sono sbarcati a Ragusa e hanno posto sotto assedio la città che ora è in preda al panico in quanto non si sà se la guarnigione potrà resistere all’attacco. La città è difesa da ottime mura però nel mentre è sbarcata un’altra armata siciliana vicino alla città, pronta a dar man forte ai suoi fratelli nel caso questi dovessero soccombere davanti alle mura.
La situazione in quelle regioni è drammatica e se anche Ragusa, oltre a Durazzo già caduta, dovesse soccombere ai nemici dell’Impero occorrerebbe togliere altre truppe dalla Grecia, lasciandola pericolosamente indifesa ad eventuali attacchi portati via mare.

L’Imperatore

Il Basileus nel frattempo, in Oriente, continua a mietere vittorie a danno dei Turchi annientando tutti gli eserciti che il nuovo Sultano (quello vecchio come ricorderete era perito in seguito alla conquista di Iconio da parte delle truppe imperiali) gli vomita contro.
Per ogni vittoria che consegue nuovi volontari si uniscono alla sua marcia trionfale. La popolazione lo acclama in ogni villaggio, fortezza o città che libera. L’Anatolia deve tornaro sotto il controllo dei suoi vecchi padroni.
Le nostre spie ci informano che il Sultano si è rinchiuso nella immensa città di ( scusate non mi ricordo proprio il nome, cmq è la città centrale dell’Anatolia se potete aiutarmi con il nome ve ne sarei grato cosi lo aggiorno grazie).facendosi difendere solo dalla sua guardia personale.
Il Basileus non perde tempo e con il suo invicibile esercito assedia la città in un batter d’occhio la occupa uccidendo senza pietà il Sultano infilzandolo al cuore con la propria spada.
Giovanni viene acclamato dalle sue truppe come solo i legionari facevano ai grandi imperatori, in un epoca che non c’è più…

Ora i turchi sono di nuovo senza la loro guida e hanno perso una città importantissima per posizione e per introiti.
Mezza Anatolia si è gia stat liberata dal giogo turco, ora l’Eccellentissimo riorganizzerà le proprie forze in previsione di una lunga marcia che lo attende nel cuore dei domini selgiuchidi, città dopo città.
Speriamo che il fato ci assista e che il fronte occidentale non collassi sotto la pressione dei siciliani, papisti e magiari….
Intanto Bucarest è sotto assedio….
ASINIO HERIO
00venerdì 5 gennaio 2007 20:15
La città di cui parli è Cesarea, la capitale.
Great Legionar
00martedì 9 gennaio 2007 22:01
beh? nn la continui la storia che è appassionante...
Legato Valerio Metronio
00mercoledì 10 gennaio 2007 08:50
ho avuto parecchio da lavorare questi giorni...cmq sta arrivando... ciao a tutti e grazie per i complimenti [SM=x506644]
Legato Valerio Metronio
00mercoledì 10 gennaio 2007 09:08
4° parte
Ragazzi ecco a voi il seguito richiesto...l'imperatore Giovanni ha il suo bel da fare... [SM=x506716]

Periodo Anno Domini 1150-1156

Imperatore: Giovanni Comneno

Una foschia avvolge le truppe schierate a difesa di Bucarest. Fuori dalle mura si odono le grida e le invettive lanciate dagli infidi Magiari.
Il Governatore Vulcano Dalassena ha studiate conformazione delle strade della città per cercare di organizzare una efficace difesa contro truppe numericamente superiori.
La decisione finale prevede di lasciar entrare le fanterie pesanti magiare all’interno, disturbandole con una cascata di frecce lanciate dai cavalieri Vardariotai, per poi farle incanalare in una stretta via dove le nostre milizie proveranno a contenerle.
Dalassena supervisiona il posizionamento dei suoi mentre i magiari nel frattempo cominciano a riversarsi all’interno della città; essi hanno già avuto numerose perdite causate dal fitto lancio di frecce.
La loro fanteria pesante è composta da cavalieri appiedati che appena vengono a contatto con i nostri soldati miliziani e mercenari cominciano a farne strage in virtù del loro superiore addestramento e armamento.
Il generale continua a incitare i suoi e suonando le trombe carica dal retro i fanti nemici che subito, vedendosi presi tra due fuochi, battono in ritirata. Ora il piano prevede di attaccare senza pietà la restante fanteria che si è ammassata sotto le scale. Ed è qui che si consuma la tragedia in quanto i fanti nemici reagiscono alla carica e in un tripudia di sangue e polvere si consuma una carneficina disumana.
Le ripetute cariche di Dalassena mandano in fuga alcuni reparti nemici, mentre la confusione regna sovrana cade il generale magiaro. La situazione sembra poter favorire i soldati dell’Impero, però le truppe sono esauste dal combattimento che ormai si prolunga da ore e Dalassena è rimasto solo dopo aver perso tutta la cavalleria.
Il sole ormai sta scendendo quando si consuma la sconfitta, il generale viene ucciso da un colpo di lancia, la notizia si sparge veloce e le residue motivazioni che spingevano i nostri a lottare per la difesa della città, cadono.
Bucarest è perduto e con lei centinaia di coraggiosi uomini che l’hanno difesa strenuamente, insieme al loro indomito comandante.
Comunque il massacro ha portato via praticamente quasi tutta l’armata magiara che ora attende la tremenda reazione di Giovanni Comneno.
L’Imperatore appresa la notizia non sa trattenersi dal piangere Dalassena, suo grande amico e con rabbia dichiara che la città deve essere immediatamente ripresa e tutta la popolazione sterminata.
Tutti devono sapere che cosa accade a chi si mette contro l’Impero.

Zagabria ha iniziato a potenziarsi militarmente con l’obbiettivo di cacciare i siciliani dalla Dalmazia, il fratello dell’Imperatore sta sovrintendendo la costruzione di diversi edifici che serviranno a ospitare anche diverse unità mercenarie necessarie per la riconquista.

L’Imperatore

A Oriente sussiste per ora una situazione di stallo: il Basileus punta su Adana per cercare di tagliare fuori le armate turche provenienti dall’Armenia. Sa che dopo aver ucciso due Sultani e un Principe selgiuchidi, essi non si risparmieranno e cercheranno in tutti i modi di riversare i loro numerosi eserciti nelle provincie dell’Impero.
Cesarea, da poco annessa, è diventata un fiore di città e l’Imperatore ha deciso sarà l’orgoglio di tutte le genti che abitano l’Impero, ovviamente dopo la capitale Costantinopoli. In virtù di questo ha promosso la costruzione di immensi edifici pubblici, mercati e cattedrali in modo che tutte le genti che decidano di andare in pellegrinaggio nella città, possano vedere che noi romani non distruggiamo gli insediamenti ma ne aumentiamo lo splendore perché rimanga nei secoli la grandezza del nostro impero…
Fortitudo mea in brachio
00lunedì 15 gennaio 2007 01:00
belli i resoconti, scritti bene [SM=g27811] e poi, quando la campagna prende è un piacere continuare a giocare; solo una cosa...devi per forza scrivere tutte quelle minchiate su Dio e la Bibbia? non puoi tenertele per te? [SM=g27812]
Legato Valerio Metronio
00lunedì 15 gennaio 2007 08:50
Credo che il libero pensiero sia una delle fondamenta di questo forum. Io non voglio offendere nessuno assolutamente, e anche se non conosco nessuno di voi personalmente ritengo di discutere con persone intelligenti ed educate.
Comunque se riceverò delle lamentele dagli amministratori per le mie firme non esiterò a toglierle anche rimarrei veramente deluso.

Comunque spero che la mia storia vi piaccia e se avrete (l'enorme) pazienza di continuare a leggerla continuerò a scriverla.

Un saluto a tutti e buona giornata! [SM=x506642]
Great Legionar
00lunedì 15 gennaio 2007 15:26
Personalmente credo che chi ha delle idee salde come me, pensa che ciò che ha scritto un persona sia solo un mezzo x apprendere e nn x plagiare. cmq la cronaca è ben fatto e ti dico: QUANDO DIAMINE FAI USCIRE L'ALTRO CAPITOLO??? [SM=g27811]
Legato Valerio Metronio
00martedì 16 gennaio 2007 08:48
Ciao ragazzi. Mi fanno molto piacere i complimenti che ho ricevuto e ciò mi sprona ad andare avanti per permettere anche voi di provare almeno un po delle emozioni che sto provando con questa bellisma campagna. Cmq massimo entro domani arriverà un gustoso aggiornamento...alla prossima puntata! [SM=x506644]
Legato Valerio Metronio
00giovedì 18 gennaio 2007 14:20
5° parte
Beccatev e st'aggiornamento... [SM=x506629]

Periodo Anno Domini 1156-1166

Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio

Da grande coraggio nascono grandi vittorie. L’Imperatore ha sempre sostenuto questo pensiero.
Bisogna essere veloci, scaltri e tremendamente crudeli con chi osa alzare la mano sulle genti dell’impero.

Attraverso i boschi della vecchia Dacia un tremendo suono sembra propagarsi all’infinito.
Brest, immensa fortezza situata nel cuore dei domini magiari, è cinta d’assedio dall’immensa armata imperiale.
Nemmeno le sue tre cinte murarie riescono a salvare l’insediamento, la fortezza è conquistata in un attimo e i suoi abitanti vengono spogliati di tutto.
Il massacro subito a Bucarest è vendicato, ora il regno magiaro è spaccato in due potremo averne facilmente ragione preparando una oculata campagna.

Nel frattempo i nostri emissari hanno concluso un ottimo accordo per la liberalizzazione dei commerci con i danesi. Essi faranno affari con i nostri mercanti che si arricchiranno commerciando i preziosi beni che quel popolo di grandi naviganti si procura.
Si sono concluse molte importanti opere nelle più importanti città dell’impero.
Dopo le immense mura di Costantinopoli anche Nicea, Cesarea, Sofia e Smirne si sono abbellite e ammodernate con i più sfarzosi e imponenti edifici pubblici, commerciali e militari del mondo conosciuto.
Il nostro Basileus nel frattempo si è trattenuto a Iconio dove la tumultuosa situazione richiede la sua sacra presenza. La guerra tra i musulmani e gli ortodossi sta sporcando di sangue la città e Giovanni non può accettarlo.
Molti predicatori ortodossi si sono avvicinati alla città per cercare di porre fine a questa lotta interna cercando di convertire più gente possibile; comunque la tensione per ora resta alta e l’Imperatore non può muoversi dalla metropoli.

La passeggiata a Trebisonda

Il nostro miglior generale, Evangelos dopo una lunga marcia alla testa di un discreto numero di uomini è finalmente arrivato presso la città di Trebisonda che si affaccia sul mar Nero.
I suoi uomini stanno transitando in una assolata piana vicino ad una roccaforte quando sono attaccate da qualche centinaio da turchi, Evangelos durante le sue innumerevoli campagne militari in Grecia e in Dalmazia ha affrontato situazioni ben più peggiori di questa e traendo vantaggio dalla sua grande esperienza riesce con un rapido movimento della cavalleria a mettere in scacco tutto l’esercito turco. Gli arcieri armeni fanno il resto vomitando fuoco sulle teste dei poveri islamici, rimasti orfani del loro generale caduto dopo una poderosa carica di Evangelos in persona.

Dopo la battaglia in grande temporale si scatena, e sembra voglia lavare via l’inettitudine e l’inconsistenza dei turchi.
Il Generale ha dovuto contare solo una trentina di caduti, che magnifica vittoria!
Sembra che il fato ci assista, infatti le spie hanno scoperto che la poca guarnigione di Trebisonda era stata chiamata a far parte di quell’esercito destinato all’imboscata…Immenso gaudio tra le truppe quando Evangelos entra nella città completamente abbandonata a se stessa. Mai vittoria fu più facile e remunerativa per le casse imperiali.
Ora si è potuto attingere per aumentare le difese delle nostre città di confine come Brest, costantemente minacciata dalle armate magiare.

Una Jihad inaspettata

Migliaia di musulmani si sono uniti nella Jihad turca che ora ha posto l’assedio nientemeno che alla nostra sacra capitale!
La città era stata avvertita in tempo e ha potuto reclutare abbastanza truppe per rendere dura la vita ai selgiuchidi.
Si fa affidamento sulle maestose mura della metropoli…
Ce la faranno a resistere contro le armate dell’Islam…?

Contro tutti

I tedeschi hanno assediato Zagabria, i Papisti Tessalonica, sembra non esserci pace tra noi e questi popoli.
La tensione è alta….
Legato Valerio Metronio
00mercoledì 31 gennaio 2007 14:12
6° parte
Periodo Anno Domini 1166-1180

Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio

Una eroica difesa

Eccoli. Tutto quello che può fare vacillare il cuore anche del più virtuoso degli uomini.
Più di duemila crudeli turchi sono nella piana di fronte alla rigogliosa Costantinopoli.
Gridano, si agitano, se potessero berrebbero il sangue di tutti quelli che si trovassero tra loro e la conquista della capitale della civiltà.
L’Imperatore è preoccupato, la città è altamente fortificata ma quell’armata di pazzi fanatici sembra poter buttare giù le mura solo marciandoci vicino.
Giovanni sa che il Capitano Costanzo è un uomo fedele all’impero e alla sua causa, ma il pensiero di un eventuale saccheggio della capitale lo terrorizza.
Si può solo sperare…
Nel frattempo a Costantinopoli ci prepara per la difesa, tutti coloro possono imbracciare armi sono stati reclutati e ora Costanzo si è rintanato al centro città schierando tutti i fantaccini a sua disposizione all’ingresso della piazza, non bisognerà mollero neanche di un centimetro!
L’ariete ora si muove verso la nostra porta: i bravi arcieri di Trebisonda lo investono con centinaia di frecce infuocate, dalle torri vengono scagliati pesanti proiettili infuocati e grossi dardi.
Nella confusione della battaglia si viene a sapere che grazie agli sforzi dei nostri, l’ariete è in fiamme! Ma purtroppo la torre ora si avvicina minacciosa alle nostre mura…
La polvere alzata dall’enorme struttura in legno sembra oscurare anche il sole presagendo la sconfitta. I turchi trascinati dalla voglia di fare si riversano sulle mura cercando di impegnare il valoroso corpo degli arcieri di Trebisonda: ma essi si sono allontanati dalla zona di uscita della torre e ora appena le fanterie nemiche scendono dalla struttura riversano su quei cani centinaia di frecce…tutti gli islamici sulle mura vengono inondati da una micidiale pioggia di morte. Cadono appena escono dalla torre, trafitti dalla loro stessa sete di conquista…
Nel frattempo per cercare di salire sull’unica torre intatta, le truppe nemiche si ammassano inesorabilmente sotto di essa consentendo alle baliste della torre di fare strage di uomini senza rischiare di mancare il bersaglio.
Ormai il sole è alto in cielo e il capitano Costanzo tenta l’ultima mossa per spezzare definitivamente il morale dei turchi: le milizie escono dal portone e vanno a circondare l’ammasso di uomini sotto la torre. Vedendosi circondati gli islamici cercano di difendersi ma sono cosi stretti che a malapena riescono ad estrarre le spade mentre vengono massacrati dai soldati imperiali; anche Costanzo esce per dar man forte all’attacco e i nemici vedendolo crollano.
Comincia una fuga clamorosa dei turchi, vengono facilmente falcidiati dalla cavalleria e dalla fanteria che li insegue finchè la sete di sangue si placa…tutta l’armata batte in ritirata per una vittoria schiacciante che rimarrà nella storia. Alla fine della giornata si fa il conto delle vittime, e quelle patite dai turchi ammontano a più di duemila.Si sono salvati solo quelli che possedevano un cavallo per svignarsela più velocemente.
Immediatamente ci si mette al lavoro per riorganizzare le difese in previsione della Jihad egiziana in avvicinamento. Non molleremo mai! Vengono anche arruolati nuovi reparti miliziani per irrobustire la guarnigione della nostra gloriosa capitale.
Tra poco si scatenerà un altro finimondo...

Uno scatto d’orgoglio

Andronico Comneno è inquieto, rinchiuso in quel di Zagabria.
Fortunatamente i Tedeschi hanno tolto l’assedio. Essi sono stati convinti dai nostri abili diplomatici a desistere dall’assediare la città, per concentrarsi contro gli isolati Veneziani.Questa grande vittoria della diplomazia però non fa stare tranquillo Andronico.
Il suo sangue ribolle a causa del modo in cui è stato sconfitto a Ragusa dalle truppe normanne. Le spie riferiscono di continui rifornimenti nella città, mentre la guarnigione si culla nella sicurezza che nessuno oserà attaccare la città.
Infine la decisione viene presa: Andronico parte con un folto distaccamento di fanteria comprensiva di Baliste verso Ragusa…Bisogna tentare.
In teoria bisognerebbe chiedere l’autorizzazione all’Imperatore, ma si sprecherebbe tempo prezioso. Si dovrà essere letali, silenziosi ed efficienti…
In effetti la marcia di avvicinamento è stata priva di ostacoli e quindi fà presagire una battaglia difficile per la città visto che tutte le avanguardie sono state poste a protezione dell’importante insediamento portuale.
Arrivati sotto le mura le cose si fanno più complicate del previsto, infatti la guarnigione è più consistente di quanto si credeva. Ma ormai è tardi per i ripensamenti!
In questo frangente viene fuori la stupidità del comandante normanno che, anziché difendersi comodamente dalle mura, tenta una sortita contando sulla superiorità numerica per cercare di spezzare lo schieramento bizantino.
Andronico da fondo a tutta la sua astuzia e ordina metà dei reparti di fanteria di schierarsi dietro quelli in prima linea, così da ingannare i normanni facendogli credere di essere molto pochi, così da spingerli ad attaccare con foga e scoprendosi.
I siciliani abboccano al tranello e convinti una rapida vittoria, si gettano sui pochi reparti di fanteria visibili davanti alle baliste.
Esse cominciano a vomitare proiettili sopra le schiere nemiche che escono dalla città, aprendo larghi varchi tra queste.
Ancora un po’ più vicini…Solo qualche metro…Via!!!
Appena le nostre fanteria visibili vengono a contatto con quelle ne miche, da dietro spuntano altri centinaia di uomini che si riversano come violente onde sui normanni.

Andronico si è portato ai fianchi dei nemici e osserva con soddisfazione le schiere avversarie vacillare sotto la pressione dei soldati imperiali.
Dopo qualche minuto di attesa lancia un segnale ai suoi cavalieri.
Le trombe suonano e in men che non si dica la pesante guardia imperiale cala le sue possenti lancie sulla schiena dei nemici; presi tra due fuochi non hanno scampo: a centinaia vengono trucidati mentre cercano di rientrare nella città…Stolti! Tornate a combattere! Tolgono quasi l’onore della vittoria…Comunque la battaglia è vinta e Ragusa apre le porte ai vincitori.
Il collasso dell’esercito siciliano è stato clamoroso e Andronico diviene, con l’approvazione del padre, Governatore di Ragusa e Protettore di Zagabria e della Dalmazia.
I prigionieri vengono tutti impiccati e le loro teste mozzate messe sul portone d’ingresso come monito…

Completata al Riconquista

Un progetto lunghissimo ed estremamente dispendioso è giunto alla sua conclusione.
Con la caduta di Adana,ultima roccaforte turca in Anatolia, la Riconquista è giunta al termine, subito città come Trebisona e la stessa Adana sono stato traformate in importanti sbocchi commerciali vista la loro favorevole posizione rispettivamente sul man Nero e sul Mediterraneo.
L’Imperatore ha appreso la notizia dalla sua residenza ad Iconio e si detto estremamente soddisfatto dello zelo con cui i soldati hanno combattuto in questa nobile campagna. Il Sultano non ha atteso e sta organizzando un a nuova Jihad nel caso la prima non abbia successo…Li aspettiamo…

Si vedono i fuochi della città dall’alto dell’accampamento bizantino.
Il principe Attanasio scruta la notte pensando alla battaglia che attende lui e i suoi uomini di li a qualche ora.
Durazzo fu sottratta ai fedeli sudditi dell’Impero da quegli smidollati dei papisti circa trent’anni fa e ora finalmente si è riuscito a mettere a posto i confini orientali così da poter imbastire finalmente una spedizione contro Durazzo.
Attanasio da Tessalonica è partito con un esercito fresco e composto da milizie con una certa esperienza, dopo qualche giorno si è dovuto passare attraverso delle gole nella zona centrale dell’ex Macedonia, la paura di subire un agguato in quella strettoia era forte ma fortunatamente la marcia non è stata interrotta e così ci si potuti accampare nelle vicinanze della città, pronti a versare sangue all’ordine del Principe…
Matthila
00mercoledì 31 gennaio 2007 16:34
Sempre più avvincente... tra poco probabilmente assisteremo all'ingresso dell'imperatore a Roma..
Legato Valerio Metronio
00giovedì 1 febbraio 2007 13:59
Entro un paio di giorni ulteriore aggiornamento:
-Clamoroso Assedio a Costantinopoli da parte di due Jihad
-Difficilissima marcia del principe Attanasio verso Durazzo
-Altre chicche (Magiari)
Great Legionar
00domenica 4 febbraio 2007 10:16
e forzaaaaaaaaaa che questa storia è appassionante, VOGLIAMO L'AGGIORNAMENTO, VOGLIAMO L'AGGIORNAMENTO!!! [SM=x506718] [SM=g27811]
Massimo Decimo Meridio 92
00domenica 11 febbraio 2007 18:46
[SM=g27811] [SM=g27811] bellissimo questo resoconto, dai continua cosi
Legato Valerio Metronio
00venerdì 16 febbraio 2007 10:31
7° parte
Finalmente direte voi... [SM=x506632] Spero vi piaccia questo piccolo aggiornamento. Aspetto commenti [SM=x506657]



Periodo Anno Domini 1180-1182

Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio

Le Grandi Invasioni

I movimenti di enormi masse di persone vicino ai confini dell’impero stanno preoccupando notevolmente Giovanni Comneno.
Col passare del tempo città come Brest potrebbero ritrovarsi inondate dalle armate magiare russe e polacche e, nonostante le poderose mura e l’accanita resistenza delle guarnigioni, potrebbero soccombere infine all’enorme superiorità numerica.
Sembra di essere tornati ai tempi delle Invasioni Barbariche, centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini che premono sul confine danubiano dell’Impero.
Mentre i nostri diplomatici trattano con questi popoli i governatori delle più importanti città danubiane si cautelano e ordinano nuove coscrizioni all’interno degli insediamenti.
Alcuni hanno arruolato anche ingenti quantità di mercenari slavi e cavalleria alana, che purtroppo sono molto indisciplinate e sottraggono denaro alle casse imperiali finendo per pesare all’interno delle stesse città.

Buone nuove

I nostri diplomatici hanno informato il Basileus che dopo estenuanti trattative hanno raggiunto accordi commerciali e trattati di non-belligeranza con russi e polacchi.
Questa è una grossa vittoria per l’impero. Ora le risorse umane destinate alla difesa del confine danubiano saranno impegnate per l’offensiva contro i magiari a Bucarest, vecchio pallino dell’Imperatore.

Un figlio in meno…

Le mura fumanti, le rovine delle case, le centinaia di cadaveri e l’intenso odore di morte.
Ecco quello che rimane di Zagabria.
Andronico Comneno, figlio del Basileus e governatore dell’Illirico ha combattuto fino all’ultimo per difendere la bella città dai Veneziani.Ma non c’è stato niente da fare.
Il Doge ha inviato 1500 uomini contro la fiorente metropoli, compreso diverse catapulte.
Lavorando febbrilmente giorno e notte Andronico a cercato di raccogliere dentro le mura il maggior numero di difensori dell’impero e alla fine il risultato è stato deludente: nonostante tutti gli sforzi i difensori di Zagabria contavano all’incirca ottocento uomini.
Nella fredda mattina del 14 Febbraio 1181 le catapulte veneziane cominciano a sbriciolare le mura, le case e il morale delle truppe bizantine che sono consapevoli dell’impossibilità di una vittoria a meno di miracoli.
Fanno affidamento solo sul carisma del figlio dell’Impero: Giovanni Comneno.
I boati cessano solamente quando un terzo della città e stato distrutto dalla potenza delle catapulte.
Centinaia di case, chiese e strutture amministrative distrutte e il lavoro di anni è stato vanificato da qualche ora di fuoco nemico.
L’angoscia è dipinta sul volto di tutti i valorosi che si stringono intorno al loro comandante e leader.
Andronico ha intenzione di rendere durissima la vita ai veneziani, tappando tutti gli accessi alla piazza centrale e combattendo a oltranza strada per strada.
L’imperatore Giovanni nel frattempo cammina nervosamente nei corridoi dell’immenso palazzo reale, da lui fatto costruire a Iconio.
La notizia dell’assedio a Zagabria è arrivata totalmente inaspettata e sapere che Andronico ha deciso di difendere la città fino all’ultimo uomo ha fatto precipitare Giovanni in una cupa angoscia.
Una cosa è certa se il sangue del suo sangue dovesse perire per mano di semplice veneziano non ci potrà essere pietà: Venezia sarà distrutta fino alle fondamenta come la potente Cartagine. Non gli saranno lasciati nemmeno gli occhi per piangere…

Si attende. Le mura sono cadute e le difese sono pronte ma gli stolti non si fanno vedere.
Si attende un grido, una tromba che dia inizio alla battaglia, un tintinnare di armatura…
Questa tensione sta snervando i soldati che ora sudano copiosamente e stringono sempre più forte lo scudo e la lancia.
Improvvisamente, come fantasmi si sono riversate per le vie e finalmente le due fanterie sono venute a contatto nei pressi della direttrice principale verso la piazza.
La sconfitta è maturata in poco tempo poiché l’accesso ovest della piazza era presieduto solo un centinaio di cavalieri che dopo aver respinto una prima ondata, si son visti arrivare contro altri centinaia di uomini che alla fine hanno prevalso arrivando a entrare nella piazza e attaccando da dietro la poca fanteria che ancora difendeva l’accesso principale.
Andronico ha deciso di morire con orgoglio e ha chiamato a se la sua guardia personale chiedendogli un’ultima carica tutti insieme per essere ricordati tra i grandi difensori dell’impero.
Il Generale guarda il cielo e sa che quelle leggere nuvole che passano pigramente sopra di lui sono le ultime immagini di pace che vedrà.Poi indossa l’elmo, imbraccia la spada e la alza in cielo; in un attimo si apre l’inferno, la carica ha falcidiato decine di veneziani che però dopo qualche minuto si sono riorganizzati, uno dopo l’altro i compagni di Andronico sono caduti finche il generale è rimasto solo.
Disarcionato,coperto di sangue abbatte l’ultimo veneziano della sua vita mentre viene infilzato da tre lancie. Con un ultimo spasmo guarda il cielo: le nuvole sono sparite lasciando al sole la libertà di illuminare per un attimo il volto pallido di Andronico, poi il buio…

I veneziani hanno pagato un pesante tributo per la città. I caduti sono più di 700. Pagheranno…
L’imperatore Giovanni ha giurato che la città di Venezia sarà rasa al suolo…

Attanasio il vendicatore

L’erede al trono ha saputo della morte del fratello mentre raggiungeva Durazzo che ora è sotto assedio.
La notizia ha caricato ancora di più i soldati che ora sono ansiosi di entrare nella città e sgozzare ogni singolo servo del Papa che si opporrà alla conquista della città, poi gli assassini di Andronico sapranno che esistono cose molto peggiori della morte…
Legato Valerio Metronio
00martedì 27 febbraio 2007 10:34
8° parte
Mi raccomando ci ho messo tanta passione! [SM=x506646]

Periodo Anno Domini 1182-1192

Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio

Attanasio vince

Anche l’ultimo raggio di sole è morto lasciando il posto alla notte stellata. In breve migliaia di torce si accendono ed una moltitudine di scure figure si avvicina alla città di Durazzo.
I contadini spaventati lasciano tutto quello che hanno in mano e corrono dentro le mura.
Il Principe Attanasio è in testa allo schieramento, protetto dalla sua fidata guardia personale composta da i più valorosi cavalieri che l’Impero possa addestrare.
Nell’importante città nemica nel frattempo fervono i preparativi per dare filo da torcere ai soldati del Basileus.
Improvvisamente un urlo. È quello di un fante bizantino che si accascia a terra con una freccia in petto.
La sua faccia si deforma in una espressione a metà tra il deluso e il sorpreso.
Attanasio alza la spada e la punta verso le mura: si comincia.
Centinaia di lancieri bizantini si lanciano con le scale contro le robuste mura della città mentre i miliziani papali si preparano a riceverli sui bastioni.
In breve si arriva allo scontro tra gli imperiali e la guarnigione, il fragore dei colpi è assordante mentre decine di corpi si ammucchiano e rendono sempre più difficile spostarsi da un bastione all’altro.
Attanasio scruta l’evolversi della battaglia con crescente soddisfazione: hanno abboccato.
Immediatamente dalle retrovie partono altre scale che erano state tenute da parte. In pochi minuti altri soldati imperiali si ritrovanoi sulle mura e uno di loro riesce a raggiungere il meccanismo di apertura del portone.
Il Principe prende il vessillo imperiale e si getta con i suoi dentro la città sollevando immense nubi di polvere, gli unici che osano opporre resistenza sono i fanatici della guardia papale.Questi reparti d’elite sono arruolati a Roma e rappresentano la massima espressione del coraggio e della determinazione che ogni soldato dovrebbe avere.
Attanasio guida personalmente una possente carica di trecento cavalieri che si infrange sugli scudi dei nemici.
Essi prontamente contrattaccano e si viene a creare una mischia terribile dove cadono diversi cavalieri.
Sembra che non si riesca a sfondare lo schieramento della guardia papale, eppure accade finalmente quello che i generale attendeva: i lancieri si sono liberati delle milizie che presidiavano le mura e ora richiamate dal corno del Principe si gettano pure loro contro le guardie nemiche.
All’inizio furono due, poi piano piano lo schieramento papale cominciò a vacillare finchè fu la rotta. La battaglia era vinta.
Durazzo fu subito riparata dai danni e il porto immediatamente riaperto ai traffici. Tutti i capi delle milizie sono stati impiccati nella piazza ed è stata mandata una lettera al Papa con la richiesta di soldi per il riscatto dei prigionieri.
Attanasio finalmente si può rilassare nella villa più bella della città ed ha concesso ai suoi un meritato riposo.
L’Imperatore è estremamente soddisfatto di come è stata condotta la campagna per la riconquista della Dalmazia, in breve i mercenari reclutati saranno congedati per lasciare il posto alle milizie nostrane e saranno costruite navi per difendere i porti sull’Adriatico.

I Magiari scappano da Brest

Dopo un patetico tentavo di espugnare la città, i magiari battono in ritirata dopo aver perso quasi interamente l’armata.
Le immense fortificazioni della città hanno fatto il loro dovere insieme ai reparti di mercenari bulgari che ne costituiscono la robusta guarnigione.
Ora circa 900 uomini comandati dal Generale Costanzo sono in marcia verso la città magiara più a nord di Bucarest. Essi hanno superato il Danubio e le spie dell’avanguardia ci informano che nessuna opposizione verrà posta fino alla città. Bisogna forzarli a chiedere la pace alle nostre condizioni, altrimenti il confine Danubiano non sarà mai al sicuro.

Il mondo trattiene il respiro: un’altra Jihad egiziana comandata dall’erede del Sultano è sotto le mura di Costantinopoli forte di duemila uomini feroci e pronti a morire per la causa islamica.
Oramai la capitale ha dopo aver subito altri due assedi negli ultimi anni ha acquisito la consapevolezza che nonostante la superiorità numerica avversaria, la vittoria è ancora possibile. Il comandante della guarnigione consapevole di poter contare su truppe altamente addestrate e con una esperienza ormai in fatto di difesa.
Sotto un sole cocente gli islamici si gettano con le loro torri sulle mura, ma la prontezza degli addetti alle baliste consente di incendiarle subito. Presi dallo sconforto gli egiziani convergono con il loro ariete alla porta principale: dopo numerosi tentavi viene sfondata la porta e essi si riversano nella città, convinti della vittoria.
Mai vittoria fu più netta. Le milizie imperiali attendono all’ingresso i nemici e caricati dalla presenza del loro Generale nella mischia falciano egiziani a centinaia. Anche il generale nemico rimane sul campo e in un attimo il più grande assedio degli ultimi anni si trasforma in una rotta clamorosa in cui i cavalieri bizantini hanno così la possibilità di catturare o sterminare migliaia di islamici. Dell’immensa armata non ne rimane nessuno vivo, è un trionfo senza precedenti che spinge l’Imperatore Giovanni a riprendere l’offensiva verso oriente dopo anni di pigra residenza a Iconio.
Purtroppo i fanatici turchi residenti a Iconio non aspettavano altro e appena l’autorità lascia la città essi si fanno promotori di una clamorosa rivolta. I ribelli avanzano anche richieste di indipendenza verso la corte imperiale che però saranno prontamente respinte.
Il capitano Giovanni viene provocato a battaglia nei pressi della città e riesce addirittura a uccidere un ufficiale ribelle prima di soccombere a causa dell’arrivo dell’armata cittadina. Giovanni è costretto a ritirarsi ad Adana con le sue restanti truppe in attesa di ordini dal Comes anatolico Evangelos.

L’imperatore nella sua marcia di avvicinamente alla’armata orientale a raccolto a se mercenari alani e armeni: dopo il ricongiungimento l’obbiettivo e la città egiziana di Aleppo per tagliare a metà le armate turche nella regione di Antiochia.
Grande è la gioia delle truppe imperiali all’arrivo del loro Imperatore, essi sono talmente carichi che sbaragliano un’armata turca nelle vicinanze di Antiochia per poi, con una marcia velocissima, porre assedio ad Aleppo che colta di sorpresa è caduta nel giro di un anno consentendo al Basileus di pagare i mercenari che hanno prestato servizio nella campagna e anche cominciare a costruire nuove mura a Sofia. Immediatamente una cospicua forza turca ha assediato la nuova città imperiale sperando così di infliggere un colpo morale ai generali nelle vicinanze sperando di attirarli. Si confida nelle forti mura della fortezza…

Confine Danubiano

Ci hanno mentito. L’armata del Generale Costanzo è stata intercettata da un immenso esercito magiaro comandato dal principe Vladimiro.
Gli esploratori dicono che il rapporto forze è di 20 a 9 per loro.Non c’è speranza.
Ma l’impero può contare su dei generali formidabili e incredibilmente Costanzo riesce a sbaragliare ale forze avversarie catturando perfino Vladimiro, i prigionieri poi verranno giustiziati in quanto il loro Re ha rifiutato il pagamento del riscatto.
Il Generalissimo può ora assediare Brest, anche se i suoi effettivi si sono drasticamente ridotti per la cruenta battaglia da poco sostenuta. È stato chiesto un contingente alla città di Brest che però non ha potuto inviare truppe a causa della crescente minaccia di un assedio da parte di truppe magiare provenienti da Bucarest.

I veneziani comandati dal Doge in persona hanno posto assedio a Ragusa. Forti di 1500 uomini più diverse catapulte hanno distrutto le mura e si sono riversati in città. Grazie alla sua inettitudine il Doge si è fatto ammazzare da una carica laterale del Generale Xenos, grandioso nel portare la vittoria annientando un esercito forte del doppio dei suoi effettivi. Ora che il Doge è morto si proverà a inviare un emissario per giungere ad una accordo. L’Imperatore non avanzerà pretese su Zagabria a patto che si cessino le ostilità. Vediemo se avranno buon senso, il nostro Basileus ha parlato…
Christof Romuald
00sabato 3 marzo 2007 04:29
Bella questa cronaca, solo un appunto, io nel primo medieval total war (il secondo non ce l'ho), tenevo sempre gli italiani (con capitale Venezia) ed ai bizantini che non riconoscevano il mio regno come erede di Roma e osavano opporsi alla mia unificazione d'Italia ho sempre fatto un mazzo tanto. [SM=x506644]

[Modificato da Christof Romuald 03/03/2007 4.36]

Legato Valerio Metronio
00mercoledì 7 marzo 2007 14:19
9° parte

L'Impero in continua lotta continua a mietere vittorie ed entra a Roma...

Periodo Anno Domini1192-1218

Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio il Tirchio

La Presa di Roma

Con molta meticolosità è stata preparata una grossa spedizione contro la vecchia capitale dell’Impero. Il costo è stato elevato poiché le continue incursioni veneziane in Dalmazia hanno richiesto corpose coscrizioni nelle città di Durazzo e Ragusa.
L’Imperatore ha nominato il Generalissimo Vuoulgariotes del Peloponneso, responsabile dell’allestimento della spedizione a partire dall’arruolamento di un migliaio di mercenari slavi, balcanici e italiani; il giorno prima della partenza è stato raggiunto un accordo con il Regno di Sicilia affinché non intralcino la marcia su Roma, dietro un piccolo tributo annuale. Ovviamente il Basileus non ha potuto presenziare alla partenza delle navi poiché impegnato impegnato sul fronte orientale contro i selgiuchidi: essi hanno subito una pesante sconfitto sotto le mura di Aleppo e per il momento non sembrano essere intenzionati ad effettuare ulteriori attacchi alle nostre provincie orientali.
Comunque il viaggio verso le coste italiane è stato tranquillo anche grazie alla potente flotta che è stata impiegata, Voulgariotes ha messo l’ancora sulla costa adriatica dell’abruzzo e con una rapida marcia si è portato nei dintorni di Napoli.Da li si sono aggregati altri mercenari che hanno accresciuto notevolmente il numero di effettivi a disposizione del Generalissimo, che ora punta con decisione alla città eterna.
La città è stata messa in allarme e le campagne intorno Roma si sono spopolate al sopraggiungere dell’armata imperiale, il Papa immediatamente ha inviato l’Armata di Roma incontro ai nostri che però se lo aspettavano e il fior fiore dell’esercito papale è stato annientato dai valorosi soldati imperiali che, grazie ad una maggiore dinamicità si sono impadroniti di una collina boscosa rovesciando poi sul nemico migliaia di frecce. Privi del loro generale ucciso dai coraggiosi Vardariotati, che con una manovra aggirante hanno massacrato le schiere nemiche, le guardie papali si sono sciolte dopo i primi scontri sulla collina e Voulgariotes ha ottenuta una vittoria schiacciante nonostante la grande inferiorità numerica. La via per Roma era aperta, i superstiti si sono rifugiati nella città confidando nelle sue mura ma dopo un breve assedio il Papa in persona con le sue guardie e il Governatore della città con i restanti uomini, hanno tentato una sortita per spezzare l’accerchiamento. Il Generalissimo non ha perso tempo e con una brillante manovra ha annientato il nemico uccidendo tutti i prigionieri compreso Papa Sisto.
Dopo centinaia di anni gli eredi dell’Impero rientrano trionfanti a Roma e grazie alle confische delle terre papali le casse imperiali si sono riempite di ben 26000 fiorini. Ora l’Impero ha un testa di ponte in Italia da cui poter lanciare importanti operazioni militari.

Non molleranno mai

Ragusa purtroppo sembra essersi guadagnata il premio di città più assediata dell’Impero negli ultimi anni. I malefici Veneziani hanno lanciato nel giro di dieci anni, quattro campagne per prendere la città, che con il suo porto sul Mediterraneo fa gola a molti, ma la sua guarnigione si è sempre difesa con grande impeto nonostante anche grazie alle potenti baliste di cui si dispone. Ormai anche l’ultimo assedio è stato respinto e si dovrà procedere a ricostruire la cinta muraria devastata dai pesanti attacchi portati dalle catapulte veneziane. Le campagne intorno alla città sono state devastate dal nemico in ritirata ma anche dai mori che nel frattempo vi sono sbarcati, salvo poi ripartire dopo aver subito una pesante sconfitta dal Principe Attanasio e dal suo contingente. Inoltre anche il Doge in persona è stato eliminato dopo essere stato intercettato dai nostri squadroni di cavalleria nei dintorni della città. Abbiamo inflitto un duro colpo ai Veneziani che ora vedono le loro misere armate rientrare in patria dopo l’ennesimo disperato tentativo di espugnare Ragusa.

Arrivano i Mongoli

Notizie allarmanti dall’est. L’Orda mongola di cui si era cominciato a parlare da qualche anno è purtroppo arrivata, sembra che per il momento le loro armate si dirigano verso la Russia, quindi fuori dai territori imperiali. Purtroppo però le devastazioni e i saccheggi che stanno operando nelle città non fanno ben sperare nel caso decidessero di dichiarare guerra all’Imperatore e al suo popolo, in virtù di queste considerazioni Giovanni ha ordinato a tutti i governatori delle città potenzialmente esposte ad attacchi, di costruire mura rinforzate comprese di baliste.
Sono anche stati mandati emissari ad intercettare questo fantomatico capo mongolo chiamato Gengis Khan per cercare di trovare un accordo di neutralità, inoltre il nostro imperatore ha saggiamente deciso per ora di sospendere le operazioni contro i turchi chiudendosi dentro Antiochia e sovrintendendo le riparazioni della città e il rinfoltimento delle armate orientali. Questa decisione è dettata dal fatto che se i mongoli dovessero rivolgersi verso l’impero dovrebbero prima affrontare i turchi, che così farebbero da cuscinetto dando tempo alle nostre gloriose armate di organizzarsi. Nel Palazzo imperiale di Antiochia si attende il ritorno degli emissari.

Il Terrore dei Mari

I nostri porti sul Mediterraneo sono costantemente minacciati da pirati e navi veneziane e magiare che costringono i mercanti a rischiare la vita per commerciare.
Vista la relativa situazione di tranquillità nelle provincie interne dell’impero in contemporanea con lo sbarco dei nostri in Italia sono partiti i lavori per l’allestimento della più potente flotta bizantina mai vista nel porto di Nicea.
Dopo due anni di duro lavoro la flotta ha lasciato la città e si è rovesciata nel mar Egeo al comando dell’ammiraglio Costanzo facendo strage di tutte le navi nemiche che bloccavano i nostri porti greci. In pochi anni tutte le aree portuali dell’impero potevano dirsi al sicuro da qualunque tentativo straniero di blocco, inoltre il Gran Consiglio di Guerra ha approvato all’unanimità l’operazione che porterà le nostre truppe al comando del Generale Alessandro alla conquista di Creta in modo da stroncare definitivamente il traffico commerciale veneziano nel Mediterraneo.
In questi giorni fervono i preparativi per la campagna e le milizie stanno aspettando la nostra potentissima flotta richiamata da Cipro apposta per traghettare l’esercito a Creta mentre alcune navi ne bloccano il porto.

Roma ingrata

Una sollevazione inaccetabile.
Roma si ribellata e ha cacciata il Comandante Voulgariotes con tutto l’esercito, in una notte triste per la città.
Finalmente il popolo romano era stato liberato dalla tirannia e dall’oppressione in cui viveva sotto i papi ma evidentemente si è persa la memoria.
I romani non ricordano più che al centro del mondo è lì, sotto i loro piedi, secoli di dominio incontrastato sulle civiltà non bastano a scalfire il muro di ignoranza che i papi hanno alzato in secoli di reggenza a Roma.
Immediatamente il Generalissimo ha radunato i suoi e ha cinto di nuovo d’assedio la città arruolando nuove unità mercenarie, mentre i ribelli hanno organizzato una guarnigione di straccioni per resistere.
L’intenzione è di prendere la città per fame evitando nuovi scontri e distruzione: Roma non li merita!

Gli Egiziani preso atto dell’inferiorità delle loro risorse rispetto all’impero e resisi conto dell’impossibilità di continuare una guerra hanno chiesto una tregua e come segno di pace duratura ci hanno ceduto tutta la Tripolitania che ora diventa la prima provincia bizantina in africa dai tempi di Giustiniano. Il sogno di un nuovo Impero Romano comincia a prendere forma.
Nel frattempo le nostre truppe sul confine Danubiano continuano ad organizzarsi e potenziarsi per poi lanciare una micidiale campagna contro i magiari e spazzarli via dal continente, Traiano sarebbe fiero dei nostri Generali nella vecchia Dacia…
Legato Valerio Metronio
00venerdì 9 marzo 2007 12:37
10° parte


Periodo Anno Domini1218-1224

Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio il Tirchio / Pietro

È un periodo splendido per l’Impero, ormai da qualche anno non ci sono state grosse invasioni da parte di popoli invidiosi del nostro benessere e della nostra civiltà.
Le piccole incursioni subite sono state prontamente arrestate e i nostri generali sono i migliori che un impero possa avere: leali, scaltri, coraggiosi e soprattutto vincenti.Purtroppo però il Principe Attanasio è morto di colera a Durazzo e l’Impero ha pesro uno dei suoi più vittoriosi condottieri: al suo posto il Basileus ha nominato erede Pietro Boteneias, governatore di Tessalonica e marito di sua sorella. La cerimonia si è svolta proprio in Grecia alla presenza di numerose cariche imperiali e il Principe Pietro è parso raggiante.

Il migliore dopo l’Imperatore Giovanni, Voulgariotes è sempre impegnato nella riconquista di Roma.
Suo cugino Gavriel sta preparando lo sbarco a Creta e alcuni nobili sono partiti da Costantinopoli con le loro guardie personali per congiungersi prima con un piccolo contingente presso Sofia, per poi passare dividersi: Costanzo e Giorgio proseguiranno verso la Dalmazia per cercare di occupare Zagabria e farla finita coi veneziani, mentre altri due (figli di grandi generali anche loro) andranno ad assumere il comando dell’Armata del Nord che punterà a Bucarest.

Essa è l’armata più forte su cui l’esercito può contare, addestrata a Brest in strutture costose e per molto tempo. Tra i suoi effettivi vi sono Arcieri della Guardia di Bisanzio, Latynkon, Cavalleria pesante e leggera compresa di reparti dei temibili Vardariotai e fanti bizantini. Dopo anni di duro addestramento finalmente si potrà vedere se lo sforzo economico sostenuto dall’impero per l’addestramento di questa armata ripagherà le attese.

Dopo un breve discorso il Generale si mette in marcia verso Bucarest e la mette sotto assedio. I magiari rispondono negativamente alla richiesta imperiale di aprire le porte su promessa di risparmiare la popolazione dal saccheggio, quindi sarà battaglia senza esclusioni di colpi anche perché la guarnigione è ben assortita e non sembra voglia mollare tanto facilmente.

Al confine orientale si registra la presa di Yerevan e quindi di tutta l’Armenia che così ritorna a far parte dell’impero a distanza di parecchi secoli. Se i mongoli dovessero muovere verso le nostre provincie si raderà al suolo la città e tutte le truppe verrebbero trasferite a Cesarea o Trebisonda dove le nostre difese sono più forti. Le casse imperiali ora possono contare su ingenti quantità di fiorini e i governatori delle provincie hanno lanciato una massiccia operazione di costruzione di mercati e rinnovamento di quei porti già esistenti, si dovrà mettere a punto una nuova potentissima flotta poiché quella precedente è stata affondata al largo di Creta. L’Imperatore non può più tollerare i continui blocchi che i nostri porti subiscono a causa della mancanza di flotte, così ha lanciato la sfida e città come Nicea e Corinto hanno risposto: dovranno costruire nei loro arsenali una flotta invincibile che possa dominare il mediterraneo e assicurare spostamenti veloci alle nostre truppe e facili approdi per i mercanti stranieri.

Nel frattempo Voulgariotes, sempre impegnato nella riconquista di Roma, ha subito due tentativi di assassinio da parte di sicari siciliani: essi hanno confessato sotto tortura di lavorare al soldo del governatore di Napoli.
Gli stolti non hanno rispettato i patti e quindi saranno puniti.
Subito le nostre si mettono all’opera per infliggere danni ai normanni, e quasi casualmente si imbattono nel Re Siciliano Simon che era sbarcato qualche giorno prima nei pressi di Ragusa.
Immediatamente l’occasione viene sfruttata e la guarnigione della città dalmata riattiva per intercettare il re e la sua scorta.
Lo scontro avviene nei pressi della costa e il bastardo viene catturato e decapitato mentre vengono mandati messaggeri nel sud Italia per avvertire la corte normanna che il loro condottiero e morto e quindi trattare una nuova tregua con il Principe.

Grande stupore in occidente per la cattura da parte dell’armata orientale del Re magiaro: in una imboscata tesa dallo stesso re agli imperiali che marciavano verso la città egiziana di Acri, si è scioccamente esposto e i nostri cavalieri sono stati lesti nel catturarlo e a giustiziare davanti ai suoi occhi tutta la sua scorta. Il Governatore di Sofia e andato a Bucarest con la richiesta di riscatto di 12000 fiorini ma dopo ore di trattativa la corte magiara si è accorta di non poter spendere quella cifra visto che la città anche sotto assedio.
Il giorno dopo a mezzogiorno davanti all’esercito schierato davanti ad Acri Re Istvan ,sovrano dei magiari, viene decapitato.
Dopo qualche giorno anche Acri cade. Ora nell’anno 1224 l’Impero Bizantino si estende dalla Dalmazia all’Armenia, passando per Grecia, Anatolia, e Tripolitania. Conta la popolazione più numerosa d’Europa ed ha le più forti armate della civiltà.

Christof Romuald
00venerdì 9 marzo 2007 20:20
Ma a che livello di difficoltà giochi, e quali sono esattamente le differenze tra difficoltà molto difficile e media?
Legato Valerio Metronio
00lunedì 12 marzo 2007 09:29
[SM=x506718] Allora io gioco a difficoltà Vh/Vh ed è veramente troppo stimolante in tutto. La campagna è veramente tosta con tante variabili strategiche. E poi le battaglie: troppo stimolante combatterle in evidente inferiorità numerica e vincerle grazie all'esperienza accumulata in centinaia di scontri! Io non so tu a che diff giochi ma tra media e Vh c'è un abisso...Cmq mi fa un sacco piacere ricevere domande e osservazioni sulla campagna che sto facendo...continuate cosi!
Christof Romuald
00lunedì 12 marzo 2007 13:21
Io gioco a Rome, a difficoltà media. Sinceramente, a qualsiasi gioco, trovo inutile e frustrante giocare dando all'IA un vantaggio PALESE. Perché dovrebbe averlo?
Non lo voglio io, ma non voglio neppure lo abbiano i miei avversari.
Già l'IA ha il suo vantaggio "naturale", quanto a creazione di armate, al fatto che non subisce generalmente rivolte interne, ed altri bachi che sono a tutto suo favore.
PErché dovrei accettare la battaglia vedendo delle mie unità di pari livello, magari IDENTICHE a quella dell'IA, che in uno scontro frontale subiscono alla grande solo perché l'intelligenza artificiale è artificiosamente avvantaggiata, e le sue unità sono più forti, o ha più soldi, o un fattore di rivolta inferiore?
No mi dispiace, o ad armi pari o niente.
Comunque sono disponibile a Schiacciare chiunque al multigiocatore, umano o digitale, che osi impedire ai miei veneziani di unificare l'Italia con mezzo millennio di anticipo e rinnovare i fasti di Roma. [SM=x506717]
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