6° parte
Periodo Anno Domini 1166-1180
Imperatore: Giovanni Comneno
Principe: Attanasio
Una eroica difesa
Eccoli. Tutto quello che può fare vacillare il cuore anche del più virtuoso degli uomini.
Più di duemila crudeli turchi sono nella piana di fronte alla rigogliosa Costantinopoli.
Gridano, si agitano, se potessero berrebbero il sangue di tutti quelli che si trovassero tra loro e la conquista della capitale della civiltà.
L’Imperatore è preoccupato, la città è altamente fortificata ma quell’armata di pazzi fanatici sembra poter buttare giù le mura solo marciandoci vicino.
Giovanni sa che il Capitano Costanzo è un uomo fedele all’impero e alla sua causa, ma il pensiero di un eventuale saccheggio della capitale lo terrorizza.
Si può solo sperare…
Nel frattempo a Costantinopoli ci prepara per la difesa, tutti coloro possono imbracciare armi sono stati reclutati e ora Costanzo si è rintanato al centro città schierando tutti i fantaccini a sua disposizione all’ingresso della piazza, non bisognerà mollero neanche di un centimetro!
L’ariete ora si muove verso la nostra porta: i bravi arcieri di Trebisonda lo investono con centinaia di frecce infuocate, dalle torri vengono scagliati pesanti proiettili infuocati e grossi dardi.
Nella confusione della battaglia si viene a sapere che grazie agli sforzi dei nostri, l’ariete è in fiamme! Ma purtroppo la torre ora si avvicina minacciosa alle nostre mura…
La polvere alzata dall’enorme struttura in legno sembra oscurare anche il sole presagendo la sconfitta. I turchi trascinati dalla voglia di fare si riversano sulle mura cercando di impegnare il valoroso corpo degli arcieri di Trebisonda: ma essi si sono allontanati dalla zona di uscita della torre e ora appena le fanterie nemiche scendono dalla struttura riversano su quei cani centinaia di frecce…tutti gli islamici sulle mura vengono inondati da una micidiale pioggia di morte. Cadono appena escono dalla torre, trafitti dalla loro stessa sete di conquista…
Nel frattempo per cercare di salire sull’unica torre intatta, le truppe nemiche si ammassano inesorabilmente sotto di essa consentendo alle baliste della torre di fare strage di uomini senza rischiare di mancare il bersaglio.
Ormai il sole è alto in cielo e il capitano Costanzo tenta l’ultima mossa per spezzare definitivamente il morale dei turchi: le milizie escono dal portone e vanno a circondare l’ammasso di uomini sotto la torre. Vedendosi circondati gli islamici cercano di difendersi ma sono cosi stretti che a malapena riescono ad estrarre le spade mentre vengono massacrati dai soldati imperiali; anche Costanzo esce per dar man forte all’attacco e i nemici vedendolo crollano.
Comincia una fuga clamorosa dei turchi, vengono facilmente falcidiati dalla cavalleria e dalla fanteria che li insegue finchè la sete di sangue si placa…tutta l’armata batte in ritirata per una vittoria schiacciante che rimarrà nella storia. Alla fine della giornata si fa il conto delle vittime, e quelle patite dai turchi ammontano a più di duemila.Si sono salvati solo quelli che possedevano un cavallo per svignarsela più velocemente.
Immediatamente ci si mette al lavoro per riorganizzare le difese in previsione della Jihad egiziana in avvicinamento. Non molleremo mai! Vengono anche arruolati nuovi reparti miliziani per irrobustire la guarnigione della nostra gloriosa capitale.
Tra poco si scatenerà un altro finimondo...
Uno scatto d’orgoglio
Andronico Comneno è inquieto, rinchiuso in quel di Zagabria.
Fortunatamente i Tedeschi hanno tolto l’assedio. Essi sono stati convinti dai nostri abili diplomatici a desistere dall’assediare la città, per concentrarsi contro gli isolati Veneziani.Questa grande vittoria della diplomazia però non fa stare tranquillo Andronico.
Il suo sangue ribolle a causa del modo in cui è stato sconfitto a Ragusa dalle truppe normanne. Le spie riferiscono di continui rifornimenti nella città, mentre la guarnigione si culla nella sicurezza che nessuno oserà attaccare la città.
Infine la decisione viene presa: Andronico parte con un folto distaccamento di fanteria comprensiva di Baliste verso Ragusa…Bisogna tentare.
In teoria bisognerebbe chiedere l’autorizzazione all’Imperatore, ma si sprecherebbe tempo prezioso. Si dovrà essere letali, silenziosi ed efficienti…
In effetti la marcia di avvicinamento è stata priva di ostacoli e quindi fà presagire una battaglia difficile per la città visto che tutte le avanguardie sono state poste a protezione dell’importante insediamento portuale.
Arrivati sotto le mura le cose si fanno più complicate del previsto, infatti la guarnigione è più consistente di quanto si credeva. Ma ormai è tardi per i ripensamenti!
In questo frangente viene fuori la stupidità del comandante normanno che, anziché difendersi comodamente dalle mura, tenta una sortita contando sulla superiorità numerica per cercare di spezzare lo schieramento bizantino.
Andronico da fondo a tutta la sua astuzia e ordina metà dei reparti di fanteria di schierarsi dietro quelli in prima linea, così da ingannare i normanni facendogli credere di essere molto pochi, così da spingerli ad attaccare con foga e scoprendosi.
I siciliani abboccano al tranello e convinti una rapida vittoria, si gettano sui pochi reparti di fanteria visibili davanti alle baliste.
Esse cominciano a vomitare proiettili sopra le schiere nemiche che escono dalla città, aprendo larghi varchi tra queste.
Ancora un po’ più vicini…Solo qualche metro…Via!!!
Appena le nostre fanteria visibili vengono a contatto con quelle ne miche, da dietro spuntano altri centinaia di uomini che si riversano come violente onde sui normanni.
Andronico si è portato ai fianchi dei nemici e osserva con soddisfazione le schiere avversarie vacillare sotto la pressione dei soldati imperiali.
Dopo qualche minuto di attesa lancia un segnale ai suoi cavalieri.
Le trombe suonano e in men che non si dica la pesante guardia imperiale cala le sue possenti lancie sulla schiena dei nemici; presi tra due fuochi non hanno scampo: a centinaia vengono trucidati mentre cercano di rientrare nella città…Stolti! Tornate a combattere! Tolgono quasi l’onore della vittoria…Comunque la battaglia è vinta e Ragusa apre le porte ai vincitori.
Il collasso dell’esercito siciliano è stato clamoroso e Andronico diviene, con l’approvazione del padre, Governatore di Ragusa e Protettore di Zagabria e della Dalmazia.
I prigionieri vengono tutti impiccati e le loro teste mozzate messe sul portone d’ingresso come monito…
Completata al Riconquista
Un progetto lunghissimo ed estremamente dispendioso è giunto alla sua conclusione.
Con la caduta di Adana,ultima roccaforte turca in Anatolia, la Riconquista è giunta al termine, subito città come Trebisona e la stessa Adana sono stato traformate in importanti sbocchi commerciali vista la loro favorevole posizione rispettivamente sul man Nero e sul Mediterraneo.
L’Imperatore ha appreso la notizia dalla sua residenza ad Iconio e si detto estremamente soddisfatto dello zelo con cui i soldati hanno combattuto in questa nobile campagna. Il Sultano non ha atteso e sta organizzando un a nuova Jihad nel caso la prima non abbia successo…Li aspettiamo…
Si vedono i fuochi della città dall’alto dell’accampamento bizantino.
Il principe Attanasio scruta la notte pensando alla battaglia che attende lui e i suoi uomini di li a qualche ora.
Durazzo fu sottratta ai fedeli sudditi dell’Impero da quegli smidollati dei papisti circa trent’anni fa e ora finalmente si è riuscito a mettere a posto i confini orientali così da poter imbastire finalmente una spedizione contro Durazzo.
Attanasio da Tessalonica è partito con un esercito fresco e composto da milizie con una certa esperienza, dopo qualche giorno si è dovuto passare attraverso delle gole nella zona centrale dell’ex Macedonia, la paura di subire un agguato in quella strettoia era forte ma fortunatamente la marcia non è stata interrotta e così ci si potuti accampare nelle vicinanze della città, pronti a versare sangue all’ordine del Principe…