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Rome Casus Belli 1.7.0 Gold PUBBLICATO!

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2012 17:05
08/05/2011 09:55
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Tribunus Angusticlavius
Re: Re: Re:
giuliovaleriomaggioriano, 08/05/2011 00.09:

Buonasera Iulianus e complimenti per questo fantastico lavoro, era da tantisimo che aspettavo il suo compimento e ho smesso di giocare a casus belli proprio aspettando una versione migliorata come questa.
Perdona uperò se ti chiedo una cosa e , in casom una mano.
Temo che mi si stia presentando lo stesso probelma che mi dava casus 1.1. di aludae. Ovvero avviando la cmapagna i romani non hanno ne modo di reclutare i legionari ne modo di costruire le caserme adeguate. Rispetto ad allora con il tuio modo avvio normalmente ma nemmeno a roma posso reclutare legionari. e poi se vado a vedere l'albero d'evoluzione delle costruzioni adirittura non vedo altre caserme oltr a quelle delle milizie. Attualmente recluto solo milizle e ausiliari in spagna. Sbaglio qualcosa? c'è qualcosa che nonn va?
Grazie in anticip per il tuo aiuto.




Buonasera,

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NUOVO SCRIPT PER ROME CASUS BELLI (170 A.C. – 211 D.C.):
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Ogni volta che si inizierà una nuova campagna comparirà in altro a sinistra l’adivsor (il mentore dei consigli). Cliccate su “Mostrami come” e gli scripts verranno attivati.
Dopo aver caricato una campagna salvata, l’advisor non apparirà automaticamente.
Perciò sarà possibile attivare gli scripts in diversi modi:

1)Cliccando su un insediamento della vostra fazione sulla mappa strategica.
2)Cliccando sul pannello di riepilogo della fazione (il pulsante con il logo della fazione).
3)Cliccando sul pannello delle costruzioni.
4)Cliccando sul pannello di reclutamento.

L’advisor comparirà automaticamente in alto a sinistra.


2)Cliccate su “Mostrami come” e gli scripts verranno attivati.



A volte lo script, anche se si è premuto ad inizio campagna sul bottone “Mostrami come” dell’advisor, non funzionerà. Ve ne potrete accorgere, notando che subito dopo il messaggio di attivazione degli script non comparirà quello con il titolo “Legione Manipolare (170 a.c.)”. Potrete anche notare dal primo turno che nella scheda degli edifici degli insediamenti non sarà presente l’edificio “Riforma Manipolare” (nelle fazioni non romane questo avrà come icona un legionario nero) .
Se lo script non si attiverà dunque, chiuderete il gioco e poi lo riaprirete, poi andrete di nuovo sulla campagna e ad inizio del primo turno riattiverete lo script cliccando su “Mostrami come”. Questo funzionerà correttamente.



P.S.

Ragazzi, prima di inziare a giocare al mod, leggete attentamente le istruzioni nella cartella "Extras"




[Modificato da Iulianus Apostata 08/05/2011 09:56]
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IULIANUS IL VOLSCO

Ecco il mio breve libro, un mio impegno per un approfondimento della storia locale nell'antichità del mio territorio: origini del nome, storia e topografia dell'antica Antium.

Marco Riggi, "Antium: memorie storiche nel territorio di Anzio e Nettuno", Youcanprint, 2019.

Su Amazon.it
https://www.amazon.it/Antium-memorie-storiche-territorio-Nettuno/dp/8831646443



«..il moderno Anzio. Comune di 3500 abitanti, è di recente costituzione (1858), essendo stato sempre un appodiato di Nettuno (Comune di 5500 ab.), il vero centro abitato erede e continuatore degli antichi Anziati. Scorrendo pertanto le memorie antiche di questo popolo, noi non possiamo separare, specialmente nell'età antica, Anzio da Nettuno, perché ogni anticaglia trovata ad Anzio o a Nettuno spetta ad uno stesso centro. Epigrafi anziati trovansi a Nettuno come in Anzio. […] Del resto è certo che la evoluzione del centro abitato [di Nettuno] nel medio evo, fu esclusivamente agricola. Difatti la terza notizia, che ce n'è pervenuta, è quella importantissima dell'essere stata in Anzio [l’antica Antium] fondata una "domusculta", ossia villaggio sparso nel vasto sub antico territorio. Ciò avvenne sotto il papa Zaccaria (a. 741-752) come ne fa fede il citato Liber Pontificalis (ivi, pag. 435). Contemporaneo fu l'abbandono del porto neroniano e lo spostamento od accantonamento degli Anziati a Nettuno. Quindi cessa il nome di Anzio e succede il nome dell'altro, che va divenendo soggetto alle vicende politiche della difesa del mare.»

(Giuseppe Tomassetti, "La Campagna romana antica, medioevale e moderna", vol. II, 1910, pp. 366 e 381-382).

«Che ti importa il mio nome? Grida al vento: 'Fante d'Italia!', e dormirò contento!»

-SOLDATO IGNOTO-

«Le genti che portavano il nome di Umbri sono infatti quelle che diedero vita alla civiltà più antica dell’Italia, come ricorda Plinio, il grande scienziato e storico romano, del quale tutti ricordano la frase "Umbrorum gens antiquissima Italiae". Una civiltà che dal 13° secolo avanti Cristo in poi si estese dalla pianura padana al Tevere, dal mare Tirreno all‘Adriatico, come ricordano gli storici greci, e poi (con l‘apporto safino) pian piano fino all’Italia Meridionale; una civiltà alla quale spetta di diritto il nome di “italica”, come la chiamiamo noi moderni, anche se gli storici greci e romani parlano inizialmente di “Umbri” per la metà settentrionale del territorio, e di “Ausoni” per la metà meridionale. Sul fondamento dei dati linguistici, infatti, possiamo affermare che l’Italia fu una realtà culturalmente unitaria ben prima che Roma realizzasse l’unità politica...»

-Prefazione del dottor Augusto Lancillotti al saggio "La lingua degli Umbri", di Francesco Pinna JAMA EDIZIONI-

«furono i riti italici ad entrare in Grecia, e non viceversa».

-Platone, "libro delle leggi"-

«Cavalcava la tigre di se stesso.E cosa fu la sua vita se non una disperata fedeltà ai propri sogni? La grandezza di Annibale è quì racchiusa,nella sublimazione della vittoria come fine a se stessa,come strumento di passione.Egli non aveva nessuna certezza di piegare il nemico fino in fondo,di vincere la guerra.Forse non l'ebbe mai.Ma la battaglia era il suo palpito d'uomo,e di quel fremito soltanto visse.»

Gianni Granzotto, "Annibale"

«..Tristezza e follia sono compagne.Lo spettacolo era desolante e amaro.Non restò più nulla di ciò che Annibale a Cartagine aveva visto e vissuto.Non restò più nulla di Cartagine.E tutto quello che fin quì abbiamo narrato è costruzione della memoria,ciò che è stato tramandato a noi dei fatti,dei detti,dei luoghi:le regioni dei ricordi,disperse e abbandonate nel grande cerchio del tempo,il solo che eternamente esiste.»

Gianni Granzotto,"Annibale"

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