Chiedo scusa alla comunità per aver scavallato la discussione sulla catastrofe in Giappone per aprirne una nuova su una questione cinicamente personale, ma penso che questa passerà presto in secondo piano e ho inoltre sull'altra posto un link che offre in numero per aiutare tramite la CRI il paese colpito dalla sciagura con un contributo di 2 euro a sms.
Detto questo, posso passare alla mia domanda senza rimorsi: allora, io vorrei studiare storia all'università e vorrei sapere se qualcuno di voi può aiutarmi a comprendere alcune cose.
Innanzitutto mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi, tra i molti appassionati di storia, ha intrapreso questo corso di studi...mi pare ad esempio che Xostantinou, già in vista per il suo ottimo contributo nelle discussioni di argomento storico abbia detto, tra le varie risposte, di studiare materie storiche all'università.
Più personalmente vorrei capire poi qual'è l'aspettativa di uno studente di storia soprattutto relativamente al progetto futuro di intraprendere una carriera universitaria.
Io ho frequentato il liceo scientifico e sto passando un anno di studio in una facoltà universitaria scientifica, tuttavia sono molto deluso riguardo ad un potenziale futuro lavorativo, non perchè esso appaia di cattivo livello anzi...! Ma perchè sarei annoiato a morte, e non ho voglia di passare la vita a studiare una cosa della quale non mi interessa nulla.
Sin da piccolo ho avuto una notevole inclinazione nei confronti di tutto ciò che è storia e nonostante i miei studi ho affiancato ai libri di scuola libri di letteratura, di storia vari, corsi di lingua ( inglese sto a posto, francese lo parlo un po' ma veramente niente di che, tedesco lo so tradurre e scrivere agilmente )...proprio adesso accanto alla tastiera ho gli Annales di Tacito: quando stavo a scuola dopo lo studio le tappe fisse per distendermi erano RTW o un libro di storia...; oltre a ciò viaggio molto in Italia e all'estero, anche da solo, essendo sempre molto interessato a musei, luoghi d'arte, sempre accompagnato da guide e letture mirate a meglio comprendere meglio la storia di ciò che sto visitando; sono fiero di dire che ogni volta che vedo una vestigia romana o tutte quelle altre cose grandi che i loro figli italiani hanno lasciato si bello su questa terra, piango senza riuscire a proferire una parola, come di fronte alla tomba di Dante, sul Campidoglio, a Santa Maria del Fiore, di fronte alle tombe dei legionari a Strasburgo.
Siccome anche se non è molto modesto da dire non ho problemi di pecunia, ho questa idea sempre più concreta di abbandonare i miei studi e dedicarmi allo studio della storia a tempo pieno ( probabilmente storia antica ), sia all'università, sia nella mia vita privata. Come impiego vorrei rimanere all'università ed intraprendere la carriera universitaria, anche se so che essa è un bel calvario.
Non ho una cultura personale immensa, ma in ambito storico mi rendo conto che essa è nettamente superiore a qualunque altro coetaneo che conosco: se ai miei amici figli di papà, ben educati, etc., si parlasse di Brenno, Scipione l'Africano, Alarico, Germanico, Teodosio, Quinto Fabio Massimo o Nerva, non saprebbero neanche dire neanche chi erano, senza parlare dei personaggi di epoca medievale o più recente ...; lungi da me disprezzare chi sa meno degli altri, per carità...senz'altro questi miei amici sanno più cose di me su automobili, tecnologia, altre amenità, ma con questo raffronto mi è venuto in mente che molto probabilmente tra me e loro il più qualificato per andare a studiare storia sono io; ammetto di non conoscere a memoria date, avvenimenti appena più marginali di quelli più grandiosi ( ripeto anche la mia cultura è limitata ), ma per quanto riguarda le vicende dei vari popoli, l'etnologia, e soprattutto la geografia, credo di avere una visione complessiva della storia mondiale più che buona, senza contare gli approfondimenti a cui mi dedico costantemente.
Tuttavia come chi legge comprenderà, non ho molti latri punti sui quali fondare convinzioni su quello che mi aspetterebbe in una laurea in storia, e per questo chiedo a voi.
Cosa si studia a storia? Come si studia a storia? Quali sono i requisiti per ottenere una conoscenza pressocchè perfetta di ciò che si sta studiando? Come si deve porre mentalmente lo studente riguardo alla didattica in una laurea in storia rispetto ad un'altra facoltà? Viene favorito più il nozionismo o lo studio della dinamica degli eventi storici? C'è molta analisi letterale dei testi originali ( come avete letto non ho studiato greco, con il latino me la cavo abbastanza bene )? Il piano di studi offre un'ampia gamma di scelte per studiare ciò verso cui si è più interessati? Quali sono i requisti post lauream per chi vuole accedere ai concorsi di dottorato?
Come leggete sono romano: per disposizioni ministeriali diverse facoltà di materie umanistiche della Sapienza ( vicina a casa mia e quindi perfetta per il mio scopo ) verranno unificate in un'unica facoltà a partire dal prossimo anno accademico...prima di giugno/luglio non si saprà assolutamente niente sui nuovi corsi, e sebbene io conosca i programmi dell'anno accademico corrente e possa basarmi su essi, non so se l'accorpamento di facoltà possa generale eventuali "tagli" alle materie, cosa che non credo sia possibile ma per la quale sono preoccupato.
Cosa ne pensate? Potete darmi dei consigli? Vedo che molti di voi hanno delle buone conoscenze storiche senz'altro migliori delle mie e credo che almeno una volta nella vita ad ognuno di voi sarà venuto in mente di storia
[Modificato da Legio XIII gemina 15/03/2011 21:21]
« ... Urbem fecisti, quod prius orbis erat. »
Claudius Rutilius Namatianus, De Reditu suo, Liber I
« Aufklärung ist der Ausgang des Menschen aus seiner selbstverschuldeten Unmündigkeit. Unmündigkeit ist das Unvermögen, sich seines Verstandes ohne Leitung eines anderen zu bedienen. Selbstverschuldet ist diese Unmündigkeit, wenn die Ursache derselben nicht am Mangel des Verstandes, sondern der Entschließung und des Mutes liegt, sich seiner ohne Leitung eines andern zu bedienen. Sapere aude! Habe Mut, dich deines eigenen Verstandes zu bedienen! Ist also der Wahlspruch der Aufklärung. »
Immanuel Kant, Beantwortung der Frage: Was ist Aufklärung? 1784
« Pallida no ma più che neve bianca
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca:
quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi:
Morte bella parea nel suo bel viso. »
Francesco Petrarca, I Trionfi, Triumphus Mortis, I, vv. 166-172
« Di loro ora ci rimane solo un ricordo flebile, ma ancora vivo: certo soffriamo ogni volta che lo strappiamo dal nostro cuore per comunicarlo agli altri. Ma lo facciamo ugualmente perchè solo così il loro sacrificio non andrà mai perduto. »
Alpino dell'ARMIR sui compagni caduti
« Sfiòrano l'onde nere nella fitta oscurità, dalle torrette fiere ogni sguardo attento stà! Taciti ed invisibili, partono i sommergibili! Cuori e motori d'assaltatori contro l'immensità! Andar pel vasto mar ridendo in faccia a Monna Morte ed al destino! Colpir e seppelir ogni nemico che s'incontra sul cammino! E' così che vive il marinar nel profondo cuor del sonante mar! Del nemico e dell'avversità se ne infischia perchè sa che vincerà!... »
Canzone dei sommergibilisti italiani nella seconda guerra mondiale