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Dialogo sui "massimi sistemi"

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2010 18:47
17/03/2010 00:58
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Praefectus Fabrum
Barone Birra
permettetemi la citazione galileiana, ma qui voglio affrontare un argomente di estrema importanza per noi videogiocatori, e si basa su delle considerazioni a cui sono giunto da un pò di mesi, si sviluppano su punti diversi ma probabilmente fanno parte di un discorso più generele

cominciamo:

Tema 1) Gioco e Guerra:

Perchè l'80% (cifra buttata lì) dei videogiochi si basano sempre sulla violenza in tutte le sue forme? Dalle più rozze (sparare, mazzuolare) alle più asettiche (condurre un armata contro una provincia, o buttare una bomba nucleare sulla capitale avversaria). Perchè il nostro passatempo preferito si basa sempre sulla sofferenza e su gli eventi catastrofici che posso accadere ad un popolo? Saranno per caso una semplice forma evoluta del caro vecchio giocare per terra con i soldatini (cari bei ricordi)? Perchè nel gioco (la cui funzione culturale è quella di tramandare informazioni/pratiche/conoscenze oltre che al smeplice svago) c'è una così sistematica presenza di "pantoclasticità", sì spesso nei giochi poi dobbiamo costruire un impero oppure è pieno di simulatori gestionali in cui bisogna creare (forse sono tra i pochi giochi "costruttivi") però ammettiamolo, il succo di tutti i giochi strategici che hanno una componente gestionale (dai TW a Civilization fino a tutti i giochi Paradox) è sempre il piacere di "distruggere". Come possiamo così semplicemente compiacersi di eventi che porterebbero nella realtà sofferenze enormi...è una sorta di allenamento (per esempio i rigorosi wargame storici) nel simulare la complessità di uan macchina il cui scopo è sempre e comunque la morte e prevaricazione??

Tema 2: A tutto c'è un limite:

Da un pò di tempo sento una sensazione di vuoto nel videogiocare, si mi piace ma non mi trasporta più come una volta. Esso si manifesta nell'abbandonare spesso giochi moderni e "fighissimi" per tornare sempre a quei 3-4 giochi che ho da anni, vecchiotti e tutto ma che alla fine sento come "miei". Inoltre non ho più voglia di acquistare/procurami altri giochi (Napoleon è stata un eccezione, per esempio CoD Modern Warfare 2 sarebbe dovuta entrare a buon diritto nella collezione, seguo da sempre la saga, ma questa volta non sono affatto tentato dal comprarmelo) ritengo di aver raggiunto una sorta di saturazione, gli unici 2 titoli che aspetto e che mi daranno un sorta di "perfezione" sono Mount&Blade Warbands e Victoria 2. Cosa è cambiato?

Tema 3) Ma Se... :

Il punto precendete è forse anche legato al fatto che da un pò di mesi, si è insinuato un dubbio crescente nella mia mente: ma se tutto questo non sia altro che qualche sorta di vestigia infantile? Ammettiamolo, sederci ed avviare uno dei nostri gioci preferiti è un bel diversivo alla realtà (non fraintendetemi non sto parlando degli MMORPG o della vera dipendenza), semplicemente i problemi attotono a noi scompaiono tra "la prossima fortezza da conquistare" e "la prossima armata da sbaragliare". Cos'è allora videogiocare? una forma di fuga dalla realtà, un semplice diversivo temporaneo in cui possiamo essere chi volgiamo e fare cose che non potremmo mai fare nella vita reale (e qui si riapre la questione del "poter fare quello che di solito è vietato" come per esempio uccidere?), allora è anche una fuga momentanea dalle regole della nostra società o dal nostro superego? Immergendoci in un microcosmo con le sue regole, ma dove tutto non è perenne, dove basta premere "carica partita" per rimediare ai propri falli e prontamente premere "esci" quando siamo stufi...


spero di aver stuzzicato la vostra mente, mi piacerebbe sentire le vostre "emozioni da videogiocatori" e cosa ne pensate a riguardo, il tutto per un "gioco critino e costruttivo" e non stupidamente fruito
_____________________________________________________________

"Tantum religio potuit suadere malorum" Lucrezio 1° Libro De rerum nature
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Mio caro, esattamente gli stessi miei pensieri! ed anche io ritorno ad installarmi i vecchi giochi :D
Per me la risposta è una. Il mondo dei videogiochi è per me una forma di arte. Per arte intendo il presentare mondi immaginari che possano riempire con la loro bellezza i vuoti di quello reale.
è un ausilio per l'immaginazione, che ci permette di indulgere in mondi che esulano dalla prosaicità della vita quotidiana. Sono mondi che conosciamo bene magari, e proprio per questi ci sentiamo a nostro agio. Si tratta di una fuga dalla realtà? sicuro. Ma lo è anche leggere, anche dipingere, anche semplicemente guardarci un bel film. Anche l'amore lo è a suo modo. E nessuno considera queste attività come infantili. Senza la fuga dalla realtà saremmo bestie, capaci solo di guardare l'immediato. Certo poi ci sono anche quei giochi che ripondono solamente ad un impulso di cercare divertimento, come magari quelli per console, ma per gli strategici per me la cosa è molto diversa.
Il senso di vuoto è naturale che arrivi, ma può arrivare per qualsiasi attività umana.


« Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto."
George Orwell


"Credi tu, gli chiesi, che io abbia ragione o torto?
Lei ha ragione...
E allora perchè dovrei fuggire?"
Emilio Lussu "Marcia su Roma e dintorni"







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Re:
Pius Augustus, 17/03/2010 10.20:

Mio caro, esattamente gli stessi miei pensieri! ed anche io ritorno ad installarmi i vecchi giochi :D
Per me la risposta è una. Il mondo dei videogiochi è per me una forma di arte. Per arte intendo il presentare mondi immaginari che possano riempire con la loro bellezza i vuoti di quello reale.
è un ausilio per l'immaginazione, che ci permette di indulgere in mondi che esulano dalla prosaicità della vita quotidiana. Sono mondi che conosciamo bene magari, e proprio per questi ci sentiamo a nostro agio. Si tratta di una fuga dalla realtà? sicuro. Ma lo è anche leggere, anche dipingere, anche semplicemente guardarci un bel film. Anche l'amore lo è a suo modo. E nessuno considera queste attività come infantili. Senza la fuga dalla realtà saremmo bestie, capaci solo di guardare l'immediato. Certo poi ci sono anche quei giochi che ripondono solamente ad un impulso di cercare divertimento, come magari quelli per console, ma per gli strategici per me la cosa è molto diversa.
Il senso di vuoto è naturale che arrivi, ma può arrivare per qualsiasi attività umana.




non posso che quotare per quanto riguarda filmografia e lettereatura, hanno più o meno la stessa funzione, ti è mai capitato di sentirti insoddisfatto o una sensazione di aver perso tempo dopo aver chiuso il pc?

comunque non capisco come mai il nostro passatempo preferito sia così legato alla guerra...perchè?
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Ci si sente insoddisfatti perchè si tratta pur sempre di una simulazione che non ci da la totalità di quello che vorremmo. Ma credo sinceramente che nessuno sia mai veramente soddisfatto appieno di qualcosa.
Sulla guerra...la guerra è un gioco nella sua forma idealizzata. Nessuno di noi vorrebbe veramente trovarsi in una trincea o con dei catafratti davanti, ma di sicuro vorremmo che "qualcosa" spezzasse la routine e rendesse la vita qualcosa di divertente e adeguato alle nostre passioni. La guerra ha questa funzione, lo spezzare gli schemi. Poi in generale tutti gli uomini sono attratti consciamente o inconsciamente dalla guerra. Guarda il calcio, tanto amato da questa nazione, cosa è se non una riedizione della guerra in forma ludica?


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17/03/2010 13:51
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Tribunus Angusticlavius
Ελέω Θεού Βασιλευς
και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
come disse Von Clausewitz parafrasando Aristotele "l'uomo è un animale belligerante"...ha nel suo D.N.A. la guerra, è paradossalmente una delle arti in cui "eccelle"...le convenzioni sociali, morali e religiose hanno costretto l'uomo ad inventarsi surrogati prima con i ludi gladiatorii ed adesso con gli sport, ma siamo tutti inconsciamente o meno attratti dalla guerra, tutti abbiamo (passatemi il paragone) una specie di "punto g" che una volta stimolato ci fa passare in modalità di combattimento, dal tizio che perde le staffe nel traffico al fanatico kamikaze che si fa esplodere per le vie di Kabul...siamo tutti vulnerabili a questo istinto inconscio che nell'uomo moderno è duramente represso da cultura ed educazione, e sono proprio queste ultime che rendono mostruosi ai nostri occhi alcuni atti commessi in guerra e che sarebbero considerabili anche normali, così, paradossalmente, l'uomo moderno raggiunge picchi di follia abnormi quando scatena il proprio istinto di morte represso, cosa che, quando la morte violenta e la guerra erano ancora molto presenti nel quotidiano, non avvenivano o avvenivano molto raramente...e questo perché ci si mette anche il pacere del proibito. I videogiochi non sono che una valvola di sfogo più sicura di altre per queste pulsioni, non di certo la causa di comportamenti violenti.
In conclusione...la guerra è l'uomo...non sono scindibili.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


17/03/2010 14:09
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Tribunus Angusticlavius
1.)

Non credo che la passione per videogiochi di guerra,siano essi fps o strategici,sia collegata direttamente a una qualche forma di sadismo. Non credo cioè che la maggioranza dei giocatori di Call of duty siano consciamente o inconsciamente intenzionati ad imbracciare un fucile per uccidere tutto ciò che si muove.
Credo piuttosto che esista un forte spirito di competizione (specifico del sesso maschile e incoraggiato dal sistema in cui viviamo) che spinge più o meno tutti a misurarsi con altre persone allo scopo di superare quanti più avversari possibile. La guerra è solo il veicolo della competizione : sparare,schivare,accucciarsi,saltare e correre in mezzo alle pallottole sono un veicolo competitivo formidabile perchè adrenalinico. Se al posto di un fucile ci fossero delle carte da gioco di hello kitty,non credo sarebbe così figo giocare...Mancherebbe di suspance,mancherebbe di frenesia e la posta in gioco (la tua vita virtuale e conseguente respawn) non sarebbe la stessa.

Insomma,la guerra,a mio avviso,è solo il veicolo più efficiente per la competizione. E' l'esaltazione della frenesia e di conseguenza l'esaltazione della competizione.


2.)

Questo credo sia un aspetto comune a tutte le generazioni. Chi ha giocato per la prima volta a PacMan,lo ricorda con affetto e probabilmente si rifarebbe con piacere qualche partitina. Io sono passato per Fifa99 e Quake 3 Arena. Inutile dirlo : Quake 3 è perennemente installato sul mio pc [SM=g8119]
Non credo importi molto quanto sia evoluto un gioco. Nella nostra testa il migliore rimane quello che tra i primi ci ha colpito,quello che la nostre prime esperienze da videogiocatore hanno etichettato come il migliore. Anche se so perfettamente che Quake 3 è superato (anche se...mumble mumble...) mi ricordo i partitoni,mi ricordo il divertimento,mi ricordo quanto era figo giocarci.


3.)

Videogiocare è chiaramente una fuga dalla realtà. Purtropppo nella realtà,per diventare un calciatore talentuoso,rinomato e desiderato,non mi bastano 10 anni. In Call of Duty posso diventare un mostro quasi imbattibile in meno di un anno : c'è altro da aggiungere?
[Modificato da Mario Decio Giulio II 17/03/2010 14:11]
17/03/2010 15:20
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Praefectus Fabrum
Civis romanus
1)
Il gioco di guerra ha funzione catartica sulla persona.

Non è vero che tutti i giochi riguardano la guerra,e i giochi di guerra sono diversi fra di loro,poco unisce un paradox a un fps e le motivazioni che spingono una persona a giocare a un paradox sono differenti da quelle che spingono la stessa persona a giocare a un fps.

La guerra suscita da sempre enorme interesse ed ha un grande fascino sull'uomo,tante civilità del passato si sono basate solo sulla guerra,Eraclito diceva che la Guerra è la Madre di tutte le cose,Hobbes ci parla dello stato naturale dell'uomo come di guerra contro tutti,insomma,la guerra credo faccia parte della nostra indole.
Il videogioco di guerra permette di fare la guerra (e dunque di soddisfare il nostro inconscio desiderio di guerreggiare) senza arrecare danni a cose o persone,il giorno che sono più stressato e ce l'ho col mondo metto un fps,anniento più roba possibile e mi sfogo,il giorno che sono più rilassato gioco ai paradox dove posso esercitare la mia mente oltre alla semplice distruzione.


2)
I giochi man mano che si và avanti perdono di interesse,è normale e non accade solo ai giochi,i primi giochi a cui abbiamo giocato ci sono rimasti nella memoria e dunque una volta ogni tanto ci rigiochiamo,ma non ci sogneremmo mai di giocare ogni giorno a DUNE del 1992(per dire un gioco vecchio).

Anch'io sono rimasto abbastanza indietro per quanto riguarda gli acquisti videoludici,gioco ormai solo ai Paradox e a Fifa,quando mi stuferò passerò ad altro come già mi è accaduto,ho giocato anni ad un gioco e improvvisamente ho perso tutto l'interesse per tale gioco,magari mesi dopo ci ho rigiocato per un altro pò e poi l'ho di nuovo lasciato.


3)
Videogiocare è assolutamente una fuga dalla realtà,è la creazione di un mondo fantasioso che puoi plasmare o tentare di plasmare secondo le tue esigenze.

Prima dei videogiochi si esulava dalla realtà con i libri,ma con i libri puoi seguire solo il percorso delineato dall'autore,nei videogiochi migliori autodetermini il tuo percorso e dunque il videogioco di norma è più longevo del libro.


Così la vedo io,bella discussione comunque!
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"Unus homo nobis cunctando restituit rem.Non enim rumores ponebat ante salutem.Ergo postque magisque viri nunc gloria claret"
-Ennio su QuintusFabiusMaximusCunctator-
Sii più benefico di Augusto e più giusto di Traiano
-saluto del senato agli imperatori posteriori a Traiano-
* Il principio è un periodo di delicati equilibri. Sappiate che questo è l'anno 10191. L'universo conosciuto è governato dall'imperatore Padishah Shaddam IV, mio padre. In questo periodo la più preziosa e vitale sostanza dell'universo è il Melange, la spezia. La spezia allunga il corso della vita. La spezia aumenta la conoscenza. La spezia è essenziale per annullare lo spazio. La potente Gilda spaziale e i suoi navigatori che la spezia ha trasformato nel corso di oltre 4000 anni, usano il gas arancione della spezia che conferisce loro la capacità di annullare lo spazio, e cioè, di viaggiare in qualsiasi parte dell'universo senza mai muoversi. Oh già, ho dimenticato di dirverlo. La spezia esiste su un solo pianeta nell'intero universo conosciuto. Un arido e desolato pianeta con vasti deserti. Nascosta tra le rocce in queste zone desertiche vive una popolazione conosciuta come i Fremen, che attende secondo un'antica profezia l'avvento di un uomo, un messia, che li guiderà finalmente verso la vera libertà. Il pianeta è Arrakis, conosciuto anche come Dune. (Principessa Irulan Corrino)

* Il dormiente deve svegliarsi. (Duca Leto Atreides)

* Neanche una goccia di pioggia su Arrakis. (Paul Atreides)

* Il mio nome è una parola che uccide. (Paul Atreides)

* Chi controlla la spezia, controlla l'universo! (Barone Vladimir Harkonnen)

* Non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura. Permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò. (Paul Atreides)

* Dimmi delle acque del tuo pianeta, Usul. (Chani)

* Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam: Nessun uomo ha mai bevuto l'acqua della vita.
Paul Atreides: In tanti hanno provato e non sono riusciti?
Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam: In tanti hanno provato e sono morti!



il miglior modo per non sentirsi inferiori è sentirsi superiori.

Possis nihil Urbe Roma visere maius



Roma Caput Mundi

TERROR MUNDI

CUNCTATOR
17/03/2010 16:00
Re:
1) I cuccioli dei mammiferi sociali (cani, lupi, tigri) giocano alla lotta. Credo che la guerra, intesa come competizione, sia nel nostro dna. Ovviamente non vuol dire che siamo predestinati a far questo, solo che la cosa ci attira. Aggiungi che i videogiochi (e i giochi di guerra da bambini, e le guerre a sassaiole dei nostri genitori) depurano tutto il lato atroce della questione e lasciano solo quello attraente (perchè il paintball o il soft air avrebbero tanto successo altrimenti?)

2) Gli hobby e i gusti cambiano crescendo, mi sembra logico. Così come tutto quello che associamo al periodo spensierato della nostra vita occuperà sempre un posto particolare nella nostra memoria (le vacanze al mare? i cartoni animati? i videogiochi? tutto) e perciò l'esperienza non è -esempio- giocare a quake3, ma noi che giocando a quake3 ricordiamo tutto ciò che era legato a quel periodo


3)I videogiochi sono un hobby, a volte forme d'arte. Valgono sia come diversivo dalla routine che, a volte, come esperienza di per se. Non sono d'accordo al paragone libri - videogiochi: i libri sono immensamente superiori e danno un'esperienza diversa.
E per il discorso siamo-bambini-che-evadono-dalla-realtà, come detto lo stesso discorso potrebbe valere per molti hobby, ma comunque vista la nostra realtà io rivendico il mio diritto di estraniarmi per un po' dal mondo.
17/03/2010 16:43
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bella discussione comunque!



Mi associo.
17/03/2010 17:03
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Anche io rispetto a quando ero piccolo ora mi diverto di meno videogiocando. Ma questo credo sia normale, da piccoli ci sembrava tutto nuovo, non avevamo mai giocato a videogiochi se non sul game boy color. Sono sicuro però che i giochi di quell'età dell'oro, a me piace chiamarla così, siano più profondi nella loro semplicità rispetto ai giochi rivoluzionari di adesso, con mille effetti grafici e poi una trama da far rabbrividire [SM=g8151] (Chi ha nominato Crysis? [SM=g8360] ). Per esempio io adesso mi farei una bella partita a Super Mario Kart per SNES(il primo Super Nintendo [SM=x1617499] )piuttosto che utilizzare molti titoli di oggi. Mi ricordo che da piccolo io e mio fratello ci svegliavamo il sabato presto solo per farci qualche partita a Mario & Co.Un altro gioco incredibilmente divertente nella sua semplicità fu Poy Poy 2 per Play 1(andatevi a vedere qualche video su youtube).Oppure le avventure di Pac-Man(sempre per Play 1, in 3 dimensioni) che aveva una storia bellissima. E ce ne sarebbero molti altri. [SM=x1771224]
[Modificato da IMPERATORE MARCOAURELIO 17/03/2010 17:04]


----------------------------------------------------
Stephen King's,IT,1990




Video in italiano:
http://it.youtube.com/watch?v=PBhNkRCmF58

Video in inglese:
http://www.youtube.com/watch?v=8S91U829Ld8&feature=related

"Sono il peggior incubo che abbiate avuto, sono il più spaventoso dei vostri incubi diventato realtà, conosco le vostre paure, vi ammazzerò a uno a uno..." Pennywise Il Clown

"Io sono eterno, sono immortale, sono un Divoratore di mondi e di bambini, finirò per divorarvi tutti..." Pennywise Il Clown

"Credevate di esservi liberato di me?" Pennywise Il Clown

"Non lo vuoi un palloncino colorato?...galleggia...e se anche tu verrai quaggiù con me,galleggerai..." Pennywise Il Clown

"Beep-Beep, Richie!!" Pennywise Il Clown

"Quaggiù tutto vola..." Pennywise Il Clown

"Salve e addio." Pennywise Il Clown








17/03/2010 17:50
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Re: Re:
=Telcontar=, 17/03/2010 16.00:

1)

3)I videogiochi sono un hobby, a volte forme d'arte. Valgono sia come diversivo dalla routine che, a volte, come esperienza di per se. Non sono d'accordo al paragone libri - videogiochi: i libri sono immensamente superiori e danno un'esperienza diversa.
E per il discorso siamo-bambini-che-evadono-dalla-realtà, come detto lo stesso discorso potrebbe valere per molti hobby, ma comunque vista la nostra realtà io rivendico il mio diritto di estraniarmi per un po' dal mondo.




certo che i libri danno una esperienza diversa, ma rientrano nello stesso concetto di astrazione. Credo che la cosa che garantisca maggiore possibilità di astrazione sia però il creare, ovvero lo scrivere, dipingere, ecc.ecc.


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17/03/2010 18:04
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e quindi anche il giocare ai videogames, dove ti viene data la possibilità di creare...



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
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Re: Re:
=Telcontar=, 17/03/2010 16.00:

1) I cuccioli dei mammiferi sociali (cani, lupi, tigri) giocano alla lotta. Credo che la guerra, intesa come competizione, sia nel nostro dna. Ovviamente non vuol dire che siamo predestinati a far questo, solo che la cosa ci attira. Aggiungi che i videogiochi (e i giochi di guerra da bambini, e le guerre a sassaiole dei nostri genitori) depurano tutto il lato atroce della questione e lasciano solo quello attraente (perchè il paintball o il soft air avrebbero tanto successo altrimenti?)

.



ti quoto
è un vero peccato che l'uomo non sia simile alla società bonobo [SM=x2148054]

leggete qua: www.paniscus.net/vita.htm




"chi non ha paura della morte, non muore!"

"ci sono due cose infinite:l universo e la stupidita umana, ma della prima non sono sicuro!"

"fratelli, quel che facciamo in vita, riecheggia nell eternita"
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Praefectus Castrorum
Da alcuni mesi a ora ho questo motto nella mia mente:

Creare é l´unica cosa che ci allontana dall´indifferenza piú totale verso tutto.

Creare in tutti i suoi significati.

Osservare e godersi l´Arte (anche un videogioco puó esserlo, ma é piú un "ozio", un intrattenimento ludico che un arte secondo me, in alcuni casi, non in tutti) provoca piacere. Ma dopo di ció credo che in tanti sentiamo la necessitá di creare da parte nostra con ció che abbiamo imparato-osservato.

Io trovo piacere, vero piacere, quando leggo certi libri e imparo certe cose in Scienze Politiche, o quando ce qualche dialogo bello e interessante con i miei amici. Ma poi ho la necessitá di almeno scrivere da parte mia, di creare, sia uno scritto che un disegno, che é ció di cui sono capace.

Imparare e mettere in pratica ció che si é imparato. Lí risiede penso gran parte del piacere dell´essere umano.



Sui videogiochi anche io non mi sento piú attratto da essi. Non ci gioco piú oltre che a HOI II tipo ogni sei mesi.
Ma secondo me in questo caso ha che vedere con il fatto che si arriva a un´eta nella quale si scoprono amici piú intimi che mai, le ragazze, le droghe varie e diversioni di "adulti" che fino a prima eri molto piú limitato. Una volta che queste diversioni iniziano ad essere normali, ritornano i videogiochi. Lo sentí dire a un programmatore di videogiochi e mi sembró abbastanza fattibile.
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Come i nostri predecessori gli indiani ci accomuna un certo timore del sesso un eccesso di lamentazione per i morti e un costante interesse per sogni e visioni- JIM MORRISON



18/03/2010 00:21
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Praefectus Castrorum
Comunque devo concordare con tutto, mi sembrano tutti interventi buoni, nel senso che tutti diciamo una parte della realtá.

Peró sui libri ci sono libri e libri. NOn é lo stesso leggere un romanzo-poesia che un saggio per esempio.
Vedo il romanzo-poesia piú vicino ai videogiochi che il saggio o in generale il libro che tratta un tema in profonditá.
Nel secondo caso io sento un piacere diverso a quando leggo una bella storia, poiché l´autore ti apre tante vie, ci sono tante cose che vorresti contestare o chiedere all´autore stesso, tante idee che ti sorgono che é necessario mettersi a scrivere, rifletterle...ti apre porte nella tua testa, ti offre pensieri diversi.

Un romanzo invece é puro diletto e solo si puó aspirare ad avere la stessa sensazione che con un saggio se lo si legge in profonditá e lo si studia in profonditá, come hanno fatto coi grandi classici della letteratura.

Su un videogioco invece é come un romanzo ma ultrapartecipativo (ma sempre una linea stabilita hanno) ecco che puó arrivare a prendere di piú di un romanzo (peró ci sono romanzi, mi ricordo delitto e castigo, che mi hanno preso veramente tanto).
Insomma, godere-imparare e creare, dalla costruzione d´un ponte e soluzionando i problemi d´ingenieria se sono un tecnico a creare un´opera d´arte in tutte le sue forme possibili.
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22/03/2010 18:25
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Centurio Primus Pilus
Il nano rosso
1) Vi è innanzitutto a mio parere nei giochi di guerra un desiderio, o meglio un desiderio consapevolmente impossibile.
Nella nostra società, eroi sono considerati spesso e volentieri soldati, uomini che combattono, o grandi condottieri.
Chi, nei propri sogni, non ha mai desiderato di essere un Giulio Cesare, o un Rommel? I giochi strategici e tattici permettono a chinque, qualunque cosa faccia nella vita, di diventare Cesare, senza rischiare di finire assassinato nella vita reale.
Gli fps rispondono più o meno alla stessa logica. Non c'è poi da dimenticare che la fascia verso cui si orientano i videogiochi sono principalmente quella adolescenziale. Io faccio il soldato; se io da solo uccido tantissimi altri soldati significa che sono un figo, un grande. Poi se muoio non mi ritrovo una pallottola nel cranio.
Poi hai altri videogiochi nel quale sfoghi per così dire i tuoi istinti repressi: Manhunt o GTA sono serie in cui molti (non tutti ovviamente) possono finalmente fare le cose fighe da veri GanGsTeRZ senza dover veramente uccidere un tizio a due centimetri da te.
Certo, non tutti i giochi rispondono a questa logica, e assolutamente non tutti i videogiocatori vi rispondono: ma è la logica che seguono gli svilupattori per attirare grandi masse di videogiocatori.

2) secondo me perché banalmente si matura di più. A 14 anni si cerca il gioco figo, quello con la grafica più bella, perché se ce l'hai sei IN e altrimenti 6 un LOSER. Tutti in quella età più o meno inconsciamente l'abbiamo fatto. Poi oltre ad un valore meramente affettivo, almeno nel mio caso è una presa di coscienza che non importa la grafica, l'AI o qualt'altro di un gioco, ma conta quanto ti ci diverti.

3) Hai ragione, è una fuga dalla realtà sec me rispondente in tutto e per tutto al filone di romanzi narrativi, che sono peraltro quelli di più successo solitamente. Rientrano in quella grande categoria di intrattenimento che ci ha sempre caratterizzato fin da quando le bambine hanno cominciato a giocare con bambole e i bambini con trottole...
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°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧~2oo9~W i ToKiO HoTeL ™~2o1o~°o¤ø, ̧ ̧,ø¤o°`°o¤ø, ̧

Per Favore se possibile datemi una mano qui (nn sono giochi scemi, è per la tesina):
http://totalwargamesitalia.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8793058&
22/03/2010 18:47
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Anzitutto complimenti per la discussione Vestinus, molto interessante. ;)

Mario Decio Giulio II, 17/03/2010 14.09:


2.)

Questo credo sia un aspetto comune a tutte le generazioni. Chi ha giocato per la prima volta a PacMan,lo ricorda con affetto e probabilmente si rifarebbe con piacere qualche partitina. Io sono passato per Fifa99 e Quake 3 Arena. Inutile dirlo : Quake 3 è perennemente installato sul mio pc [SM=g8119]
Non credo importi molto quanto sia evoluto un gioco. Nella nostra testa il migliore rimane quello che tra i primi ci ha colpito,quello che la nostre prime esperienze da videogiocatore hanno etichettato come il migliore. Anche se so perfettamente che Quake 3 è superato (anche se...mumble mumble...) mi ricordo i partitoni,mi ricordo il divertimento,mi ricordo quanto era figo giocarci.



Sinceramente vorrei conoscere meglio il meccanismo che il nostro subconscio mette in pratica in queste situazioni, ma non solo nei videogiochi.
Perché la prima cosa in una determinata attività (che può essere un videogioco, un libro, il primo bacio etc.) viene giudicata da noi sempre la migliore o comunque si ha l'impressione che sarà impossibile superarla con qualcos'altro?

Giusto che stiamo parlando di videogiochi, anche per me vale il discorso generale: ne ho provati davvero tanti in questi ultimi 6/7 anni ma quelli che gioco più volentieri sono ancora Rome, CoD2 e WoW.
Gli stessi del periodo in cui ho iniziato a videogiocare... sono sicuro di aver provato titoli migliori, ma non c'è scusa che tenga, gira che ti rigira ritorno sempre su quei 3. O.O








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