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Dark Souls

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2017 06:33
07/08/2017 17:46
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premesso che non ho mai giocato direttamente ai titoli della serie ma conosciuto grossomodo cosa sia dai video youtube vorrei aprire una discussione sul perché di tale successo anche a distanza di qualche anno.

Io personalmente preferisco giocare a titoli che mi raccontino una storia per spingermi ad andare avanti e provare un esperienza senza la barriera del lettore distaccato dei romanzi o spettatore davanti dallo schermo.

Esistono numerosi titoli GDR classici e di azione che curano molto il background,i personaggi e lo svolgimento degli eventi corredati da spettacoli scene di intermezzo.

Dark Souls invece si presenta subito volutamente ( dagli sviluppatori ) grezzo, diretto e senza spiegoni o personaggi. Gli sviluppatori hanno creato un finto GDR, con un colpo di genio, per riportare negli anni duemila il classico action degli anni 80. Una sorta di Ghosts 'n Goblins vicino ai gusti estetici ed ideologici delle generazioni attuali ma dotato del cuore tipicamente anni '80 del campione da cabinato.

Praticamente Dark Souls non intende ( non il suo scopo diretto ) raccontare una storia ( che pure c'è ma molto sottintesa, implicita e sostenuta dalle spettacolari scenografie ) ma vuole "sfidarti" solleticando l'istinto ( sopratutto maschile, infatti DS sembra davvero testoteronico nonostante controparti videoludiche femminili e rare giocatrici ) della competizione del "campione da cabinato".

Essenzialmente è un titolo pensato appositamente da "500 lire" a gettone da infilare nel cabinato ogni dieci minuti in considerazione dal fatto che molti giocatori sono concordi che il gioco in sè è lungo non più di 20 ore.

La lunghezza è data dal fattore più distintivo di questo titolo grezzo come lo spadone di Gatsu di Bersek: l'elevata difficoltà e l'assenza si save checkpoints

in pratica se muori, devi rifare tutto daccapo il livello che in modo più normale sarebbe durato non più 15 minuti. Invece il titolo è stato fatto apposta per obbligare il giocatore a ripetere allo sfinimento lo stesso livello per conseguire allo scopo principale di tutto il gioco cioè ammazzare il Boss di turno.

in pratica Dark Souls è Ghosts 'n Goblins più Ninja Gaiden :superrofl

[Modificato da Archita 07/08/2017 17:48]
non abbiate pietà dei nemici! vittoria,vittoria e sempre vittoria!!!!

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Direi non proprio. Dark Souls è un gdr atipico, con le dinamiche di tipo ruolistico che si applicano allo sviluppo del personaggio, tralasciando sia i testi da centinaia di migliaia di caratteri caratteristici dei GDR classici.
Narrativamente parlando sposta l'intera attenzione dalla storia alla lore. Le informazioni vengono date in genere col contagocce tramite video (specie l'intro), dialoghi ed oggetti, ma risultano precise ed ognuna è inserita in maniera coerente col mondo di gioco, permettendo quindi di carpire più informazioni di quelle espressamente dette, oppure di contestualizzare più facilmente i vari avvenimenti
Il fulcro del gameplay è comunque rappresentato dal combat system, con combattimenti corpo a copro o dalla distanza, nei quali però la parte fondamentale è imparare il pattern di attacco dei nemici, per poterne sfruttare le finestre (più o meno ampie) al fine di attaccare o curarsi, ma la presenza di parry, repost e backstab rendono molto dinamico il tutto.
Il gioco comunque è difficile per due motivi, il primo è che richiede un buon grado di comprensione da parte del giocatore (tirare spadate a casaccio porterà solo a finire la stamina e prendere mazzate), il secondo è che non ti prende per mano. Sta a te capire cosa fare, mettendo insieme le poche informazioni che il gioco ti dà.

Insomma Dark Souls è un action gdr in terza persona, con un mondo di gioco interconnesso e con i falò a fare da checkpoint. Sconfiggere i boss e aprire gli shortcut per fare il tratto falò-boss più velocemente è in pratica lo scopo del gioco dal punto di vista meramente action. Poi c'è tutta la questione delle caratteristiche del personaggio, la scelta di armi ed equipaggiamenti, il potenziamento di questi (anche se sapere è potere, e conoscere i pattern dei nemici permette di completare il gioco senza essere colpito neanche una volta. Di run fatti da pazzoidi al livello 1, nudi, mentre usano strumenti improbabili come controlli per il gioco ce ne sono a iosa) e la lore (quindi anche un certo grado di collezionismo, in quanto molta è presente nella descrizione degli oggetti) che diciamo arricchiscono il gioco


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
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Re:
andry18, 07/08/2017 18.26:

Direi non proprio. Dark Souls è un gdr atipico, con le dinamiche di tipo ruolistico che si applicano allo sviluppo del personaggio, tralasciando sia i testi da centinaia di migliaia di caratteri caratteristici dei GDR classici.
Narrativamente parlando sposta l'intera attenzione dalla storia alla lore. Le informazioni vengono date in genere col contagocce tramite video (specie l'intro), dialoghi ed oggetti, ma risultano precise ed ognuna è inserita in maniera coerente col mondo di gioco, permettendo quindi di carpire più informazioni di quelle espressamente dette, oppure di contestualizzare più facilmente i vari avvenimenti
Il fulcro del gameplay è comunque rappresentato dal combat system, con combattimenti corpo a copro o dalla distanza, nei quali però la parte fondamentale è imparare il pattern di attacco dei nemici, per poterne sfruttare le finestre (più o meno ampie) al fine di attaccare o curarsi, ma la presenza di parry, repost e backstab rendono molto dinamico il tutto.
Il gioco comunque è difficile per due motivi, il primo è che richiede un buon grado di comprensione da parte del giocatore (tirare spadate a casaccio porterà solo a finire la stamina e prendere mazzate), il secondo è che non ti prende per mano. Sta a te capire cosa fare, mettendo insieme le poche informazioni che il gioco ti dà.

Insomma Dark Souls è un action gdr in terza persona, con un mondo di gioco interconnesso e con i falò a fare da checkpoint. Sconfiggere i boss e aprire gli shortcut per fare il tratto falò-boss più velocemente è in pratica lo scopo del gioco dal punto di vista meramente action. Poi c'è tutta la questione delle caratteristiche del personaggio, la scelta di armi ed equipaggiamenti, il potenziamento di questi (anche se sapere è potere, e conoscere i pattern dei nemici permette di completare il gioco senza essere colpito neanche una volta. Di run fatti da pazzoidi al livello 1, nudi, mentre usano strumenti improbabili come controlli per il gioco ce ne sono a iosa) e la lore (quindi anche un certo grado di collezionismo, in quanto molta è presente nella descrizione degli oggetti) che diciamo arricchiscono il gioco



si ma è un titolo che riporta in auge quei giochi che si facevano negli anni '80, titoli che,per la loro intrinseca brevità, si basavano sulla skill del giocatore ( "il campione da cabinato" ) tant'è che come affermi tu stesso si può finire anche basandosi esclusivamente sulla conoscenza perfetta del gioco.

tutte le componenti gdr ( armi, armature,magie e roba simile ) sono, a mio parere, l'implementazione delle caratteristiche dei giochi odierni ad un titolo arcade puro di una volta.

DArk Souls è un capolavoro di meritatissimo successo ( per quanto non mi piace personalmente ) perché è un omaggio ad una categoria ben specifica di giocatori che ricercano la sfida pura e sacrificano tempo per migliorare quasi con senso di competizione sportiva le proprie capacità.

In un certo senso è un gioco che coglie appieno il concetto di competizione sportiva verso se stessi come avviene per gli appassionati di sport.

la trama e il background ( che ci sono e difatti l'ho fatto notare ) esistono ma alla fin fine "giustificano" soltanto quello che è in realtà è cioè una sorta di arena.











[Modificato da Archita 07/08/2017 19:03]
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Le componenti gdr sono diventate un non necessario riempitivo in quasi tutti i giochi di questi anni, mentre in dark souls costituiscono una buona base del gioco. La scelta del personaggio ed il suo sviluppo è, insieme al combat system, la vera base del gioco. Quindi ciò rende Dark Souls un action rpg a tutti gli effetti

Per quanto riguarda la questione del richiamo agli anni 80, lo è più per un fattore di difficoltà che altro. L'unico gioco al quale effettivamente assomiglia parecchio, lato gameplay puro, direi che è Severance


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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Punti di vista diversi, la componente gdr delle abilità ed oggetti nel gioco serve come ausilio ma non come fattore decisivo, a differenza di molti altri action fantasy come ad esempio Diablo pesantemente inventory-oriented. Dark Souls, così skill-oriented, fa venire a me in mente un gioco simile perlomeno nel senso degli scontri con i boss che è Mitsurugi Kamui Hikae anche se qui la skill è sopratutto senso del timing al limite del folle ( sopratutto a livello difficoltà folle ).

Sul discorso gdr in senso stretto devo dire che comunque sia il tuo personaggio può avere tutte le classi che vuole ma non parla quasi mai e i dialoghi sono al limite dell'essenziale e alla fin fine il background del protagonista è pressoché nullo ( sei praticamente un non morto destinato a spaccare sederi demoniaci ad un certo punto ). In pratica in questo Dark Souls è come Diablo.

Un action gdr con personaggi dotati di una personalità propria rimane una caratteristica propria dei titoli giapponesi più tradizionali ( Dark Souls è un titolo giapponese che difatti ha rappresentato un insolito punto di rottura nel mercato nipponico attuale ) ed esistono molti action-gdr nipponici che amalgano abilità,oggetti, gioco di ruolo e abilità in un modo tutto particolare mentre il mercato occidentale ancora propende per uno stile più convenzionale.
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Diventano un ausilio (in parte) solo per i veterani, ma per arrivarci devi mano a mano prendere confidenza col tuo euipaggiamento e con i pattern nemici, in modo da sapere come attaccare e quando


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"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

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"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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